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01/09/2025 06:00:00

Sanità in crisi in Sicilia, mancano 3 mila infermieri

In Sicilia mancano gli infermieri, la regione è penultima per quota di infermieri rispetto al numero di abitanti. 

 

L’ultimo rapporto della Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi), lo mette nero su bianco:  a fronte di una media tricolore di 4,8 infermieri per ogni mille assistiti, l’Isola segna poco più del 3,5, l’asticella più bassa del Paese dopo quella della Campania.  Gli infermieri secondo la Fnopi sono attratti dal settore privato o dalla libera professione. La Sicilia conta 35.504 infermieri iscritti all’Albo unico nazionale, rappresentano  il 7,75 % del totale nazionale,  ha una dotazione di 3,54 infermieri ogni 1.000 abitanti nel settore pubblico. Questo valore è tra i più bassi a livello nazionale, si stima una mancanza di oltre 3 000 infermieri rispetto al fabbisogno ideale della regione.  Peggio fanno solo Lombardia (3,53) e Campania (3,57). In cima alla classifica, invece, si trovano regioni come la Liguria (6,3), l’Emilia-Romagna (6,25) e il Friuli Venezia Giulia (6,13).

 

Disparità salariale
Lo stipendio medio di un infermiere è di circa 1700 euro al mese, in Trentino-Alto Adige uno stipendio medio si aggira sui 37.204 euro l’anno, in Campania e Molise si scende rispettivamente a 27.534 e 26.186 euro. La Sicilia, pur non indicata nel dettaglio, appare allineata al Sud Italia, dove le retribuzioni sono tra le più basse del Paese.

 

La Sicilia e il piano di rientro
La spesa per l’assunzione è legata alla disponibilità finanziaria, senza dimenticare che la Sicilia deve ancora rispettare il Piano di rientro nazionale, per 10 anni la regione non ha potuto assumere.  Alcune risorse si sono liberate per il Covid,  ancora però rimangono molti paletti per i margini di manovra sull’assunzione.

 

L’infermiere di famiglia
L’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, ha evidenziato come la  Regione Siciliana  ha già avviato un ciclo formativo attraverso il Cefpas. Il primo corso è partito a giugno e nelle prossime settimane ne saranno attivati altri che permetteranno, entro dicembre 2025, a circa 600 infermieri di completare la formazione specifica. Faraoni afferma: “Il programma formativo è stato elaborato dal Cefpas, il centro regionale di formazione specialistica sanitaria  su mandato dei dipartimenti Asoe e Pianificazione strategica, in attuazione della Missione 6 del Pnrr. Gli infermieri di famiglia e di comunità svolgeranno il proprio ruolo nei distretti sanitari (case di comunità, cot, ospedali di comunità e unità di continuità assistenziale) e rappresenteranno una figura professionale centrale nel processo di assistenza a livello territoriale. Al momento – conclude l’assessore - i processi di reclutamento non possono prevedere il possesso obbligatorio di alcun master: questo sarebbe, infatti, un requisito specifico in più rispetto a quanto previsto dalle norme. È solo Agenas ad aver fornito le linee di indirizzo per gli infermieri di famiglia, riconoscendo i master come titolo preferenziale per i concorsi ma stabilendo che tale funzione può essere ricoperta anche da personale che ne è privo, purché abbia sostenuto percorsi formativi specifici “di tipo regionale”. In conformità alle direttive Agenas la Regione ha avviato i processi di formazione per la nuova figura”.


Trapani, al via i 18 posti di subintensiva
Sabrina Pulvirenti, neo commissaria dell’ASP 9 di Trapani, ha approvato il progetto esecutivo per realizzare al Sant’Antonio di Trapani 18 posti letto di Terapia subintensiva. Si tratta di un progetto che vedrà il costo complessivo di 3milioni di euro, con un finanziamento regionale, da realizzare all’ottavo piano dell’ospedale. Si tratta di un progetto che risale ad un piano di potenziamento dei posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva, introdotto nel 2020 nel contesto dell’emergenza Covid-19, che ha imposto in tutti gli ospedali siciliani l’incremento delle dotazioni di terapia intensiva e sub-intensiva.