Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, rompe il silenzio e affonda il colpo. Durante una conferenza stampa fiume, è tornato sul caso politico che ha infiammato l’estate trapanese: le dimissioni dell’ex assessore Lele Barbara.
“Non l’ho denunciato Barbara– ha detto Tranchida – ma in presenza di atti pubblici e potenziali reati ho trasmesso tutto all’autorità giudiziaria. È mio dovere farlo.” Il sindaco ha raccontato di aver ricevuto segnalazioni da parte di uno dei vincitori del bando, che chiedeva protezione: “Un imprenditore mi ha detto di sentirsi sotto pressione, e io lo Stato lo rappresento. Se c’è qualcosa di poco chiaro, la magistratura deve intervenire”.
Poi l’affondo personale. “Barbara? L’ho redarguito perché si lasciava attaccare sui social e sembrava il cagnolino di turno. Un assessore ha il dovere di prendersi le proprie responsabilità: se non sei d’accordo con gli uffici, ti dissoci e lo dici chiaramente. Altrimenti non sei all’altezza del ruolo istituzionale”.
Tranchida ha anche chiesto pubblicamente alla Guardia di Finanza e agli organi competenti di verificare i suoi beni e il suo patrimonio: “Se avessi avuto rapporti con ambienti mafiosi come Massimo Coppola, non fuggirei: mi autodenuncerei e chiederei di essere indagato. Anzi, lo dico ora: venite a controllare i miei conti”.
Infine, un messaggio politico: “Trapani non è in vendita, e noi tuteleremo chi investe onestamente nella nostra città. Anche a costo di disturbare qualcuno”.
Intanto Barbara ha risposto così sui social.