L’espresso al bar è un rito quotidiano per milioni di italiani. Anche se ormai costa parecchio. Eppure, troppo spesso, quello che dovrebbe essere un’eccellenza nazionale si trasforma in una delusione: macchine sporche, macinature vecchie, acqua stagnante, chicchi conservati male.
Per questo il Codacons ha deciso di lanciare il “Decalogo del buon espresso”, una guida pratica pensata per i consumatori – che devono imparare a riconoscere un caffè fatto male – e per i baristi, chiamati a rispettare regole di qualità e igiene.
Il decalogo del buon espresso
Macinatura al momento – Il caffè va macinato poco alla volta: la polvere lasciata ore nel macinino perde aroma e intensità.Macchina pulita – Portafiltri e beccucci sporchi rilasciano residui che alterano gusto e igiene.Flush prima di ogni caffè – Un getto d’acqua elimina i residui e l’acqua stagnante della macchina.Tazzina calda, non bollente – La temperatura deve mantenere l’equilibrio dell’espresso, senza scottare.Crema uniforme – Deve essere color nocciola, senza bolle grosse né macchie scure.Flusso regolare – L’espresso deve scendere “a coda di topo”, fluido e costante.Gusto equilibrato – Intenso ma non bruciato, persistente ma non amarissimo.Campana del macinino curata – Chicchi conservati in modo corretto, senza residui né grassi rancidi.Chicchi sani e tostatura equilibrata – Evitare quelli troppo scuri e oleosi che coprono le note aromatiche.Competenza e attenzione – Dietro una tazzina c’è tecnica, formazione e rispetto per il cliente.La responsabilità di baristi e consumatori
La qualità del caffè è una cartina di tornasole del rispetto verso il consumatore. Un espresso fatto bene non è solo questione di gusto, ma di professionalità e cultura. E per il cliente, conoscere queste regole è il modo migliore per non accontentarsi di un caffè mediocre.