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12/09/2025 19:54:00

Come riconoscere un caffè scadente al bar: il decalogo

L’espresso al bar è un rito quotidiano per milioni di italiani.  Anche se ormai costa parecchio. Eppure, troppo spesso, quello che dovrebbe essere un’eccellenza nazionale si trasforma in una delusione: macchine sporche, macinature vecchie, acqua stagnante, chicchi conservati male.

Per questo il Codacons ha deciso di lanciare il “Decalogo del buon espresso”, una guida pratica pensata per i consumatori – che devono imparare a riconoscere un caffè fatto male – e per i baristi, chiamati a rispettare regole di qualità e igiene.

 

Il decalogo del buon espresso

  • Macinatura al momento – Il caffè va macinato poco alla volta: la polvere lasciata ore nel macinino perde aroma e intensità.
  • Macchina pulita – Portafiltri e beccucci sporchi rilasciano residui che alterano gusto e igiene.
  • Flush prima di ogni caffè – Un getto d’acqua elimina i residui e l’acqua stagnante della macchina.
  • Tazzina calda, non bollente – La temperatura deve mantenere l’equilibrio dell’espresso, senza scottare.
  • Crema uniforme – Deve essere color nocciola, senza bolle grosse né macchie scure.
  • Flusso regolare – L’espresso deve scendere “a coda di topo”, fluido e costante.
  • Gusto equilibrato – Intenso ma non bruciato, persistente ma non amarissimo.
  • Campana del macinino curata – Chicchi conservati in modo corretto, senza residui né grassi rancidi.
  • Chicchi sani e tostatura equilibrata – Evitare quelli troppo scuri e oleosi che coprono le note aromatiche.
  • Competenza e attenzione – Dietro una tazzina c’è tecnica, formazione e rispetto per il cliente.
  • La responsabilità di baristi e consumatori

    La qualità del caffè è una cartina di tornasole del rispetto verso il consumatore. Un espresso fatto bene non è solo questione di gusto, ma di professionalità e cultura. E per il cliente, conoscere queste regole è il modo migliore per non accontentarsi di un caffè mediocre.