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18/09/2025 06:00:00

Asacom, diritti in stallo: tra fondi bloccati, tagli nei Comuni e famiglie esasperate

Ancora in stallo i fondi per gli Asacom, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione degli studenti con disabilità. Una figura indispensabile per garantire il diritto allo studio e all’inclusione, che però in Sicilia si ritrova ostaggio dei conti pubblici e dello scontro politico.

A oggi, i 10 milioni di euro promessi dalla Regione per garantire la continuità del servizio non sono stati stanziati, lasciando scoperti centinaia di alunni e mettendo in crisi Comuni, ex Province e cooperative che erogano il servizio.

Il rimpallo politico a Sala d’Ercole

Il presidente della Regione Renato Schifani e l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino hanno scaricato la responsabilità sull’opposizione, accusata di aver ostacolato l’emendamento del governo in occasione della manovra-ter di agosto.

«Il mancato stanziamento delle risorse aggiuntive necessarie per gli Asacom è dovuto esclusivamente all’ostruzionismo dell’opposizione», ha dichiarato Dagnino, ribadendo che “i soldi c’erano e c’era la volontà politica”.

Durissima la replica del segretario regionale del PD, Anthony Barbagallo, sostenuto dal deputato trapanese Dario Safina: «È falso dire che l’opposizione abbia bloccato i fondi. La verità è che la maggioranza non ha ritenuto il servizio una priorità, altrimenti avrebbe inserito le risorse direttamente nel testo base della legge. L’ipocrisia del centrodestra è intollerabile».

Il governo assicura che il tema sarà recuperato con la manovra-quater, attesa in commissione nei prossimi giorni. Ma intanto l’anno scolastico è iniziato con tagli, incertezze e tensioni.

Trapani: numeri e tagli

Solo nella provincia di Trapani, lo scorso anno scolastico erano 256 gli studenti con disabilità delle scuole superiori assistiti dagli Asacom. Il servizio era stato garantito da quattro cooperative, con un impegno di spesa di quasi 4 milioni di euro da parte del Libero Consorzio.

Quest’anno, invece, la Regione non ha ancora erogato le risorse. Alcuni Comuni hanno ridotto le ore di assistenza appellandosi a circolari regionali. È il caso di Trapani, dove con la delibera 342/2025 le ore Asacom sono state tagliate, suscitando la protesta di famiglie e associazioni.

«Ogni ora tolta equivale a un pezzo di vita negato – denuncia Francesca Trapani del M5S –. È un atto grave e discriminatorio che contrasta con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità».

La deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, parla di «una scelta politica precisa»: «Il governo regionale non può continuare a voltarsi dall’altra parte. O si stanziano i fondi, o sarà chiaro che i bilanci valgono più dei diritti».

I Comuni tra autonomia e disuguaglianze

Non tutti i sindaci hanno scelto la via dei tagli. Il primo cittadino di Buseto Palizzolo, Francesco Poma, ha chiarito in una nota inviata a Tp24: «Il nostro Comune non ha ridotto le ore. Abbiamo iniziato il servizio dal primo giorno di scuola e, se necessario, le ore in più rispetto a quanto deliberato dal Distretto saranno a carico delle casse comunali».

Una scelta che mette in evidenza la frattura tra Comuni: chi decide di anticipare risorse proprie e chi invece si attiene alle disposizioni regionali, lasciando i bambini senza assistenza.

Castelvetrano: Asacom bloccati ai cancelli

La denuncia più grave arriva da Castelvetrano, dove gli operatori incaricati si sono visti negare l’ingresso a scuola alla prima ora.

«Impedire l’accesso agli Asacom significa interrompere un pubblico servizio e calpestare i diritti dei più fragili» denunciano le associazioni ACASicilia e ACACISAL, che parlano di «fatto gravissimo» e minacciano di rivolgersi ai Carabinieri.

Il nodo del futuro

La vicenda degli Asacom è ormai un banco di prova per la Sicilia: prevale la logica dei conti o il diritto all’inclusione?

Sullo sfondo c’è un dato: la Regione ha affidato la gestione del servizio ai Liberi Consorzi, senza garantire però la copertura stabile dei costi. Così, anno dopo anno, si ripete la stessa scena: ritardi, anticipazioni di cassa, tagli e proteste.

Intanto, dietro le sigle e i numeri, ci sono i volti e le storie di bambini e famiglie che chiedono solo di esercitare un diritto: poter andare a scuola con la stessa dignità degli altri.