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22/09/2025 06:00:00

Stop al genocidio di Gaza. Oggi lo sciopero generale. Manifestazione anche a Trapani

L’Italia si ferma per Gaza. Oggi, lunedì 22 settembre, lo sciopero generale nazionale proclamato da numerosi sindacati di base — tra cui USB, Cobas e Cub — per denunciare il genocidio in atto nella Striscia di Gaza e manifestare solidarietà al popolo palestinese.


Uno sciopero raro, perché nasce da un’urgenza morale prima che politica: per la prima volta da anni, lavoratori pubblici e privati in tutta Italia incrociano le braccia per protestare contro lo sterminio sistematico di una popolazione.
Sono oltre 60 le città italiane coinvolte dalla mobilitazione, tra cortei, presìdi, sit-in, striscioni e bandiere palestinesi. Non solo grandi metropoli, ma anche centri più piccoli. La protesta è nazionale, trasversale, popolare.
Anche Trapani risponde all’appello. Alle 9, davanti Palazzo d’Alì, sede del Municipio, è previsto un sit-in con lo slogan: “Stop al genocidio”. Alla mobilitazione hanno aderito numerose realtà associative e politiche, tra cui Arcigay, Articolo 21, Fridays for Future Trapani, Giovani Democratici Circolo Erice–Trapani, Libera, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Rifondazione Comunista, Sinistra Futura, Sinistra Italiana e UDI Trapani.

 


Manifestazioni in programma anche a Palermo, Catania e Messina, con lavoratori, studenti, insegnanti, portuali e ferrovieri pronti a scendere in strada.
A Palermo, il corteo parte da piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo; a Catania il concentramento è all’ingresso di Villa Bellini; a Messina appuntamento in piazza Cairoli dalle 9.30.
Lo sciopero coinvolge scuola, trasporti, logistica, sanità, porti e università, mentre sono esclusi solo i settori aereo e le forze di sicurezza. Alla base della protesta anche il sostegno alla Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria che cerca di portare aiuti via mare alla popolazione palestinese, violando il blocco navale imposto da Israele.
«Sarà un grande sciopero che bloccherà il Paese» scrive l’Unione sindacale di base.
«Lo sdegno per ciò che accade a Gaza e per la complicità dei governi occidentali, Italia in testa, è trasversale e non ha confini».
Venerdì, 42 barche sono salpate da Portopalo di Capo Passero, in Sicilia. Dopo settimane di ritardi per condizioni meteo avverse, attacchi incendiari e ostacoli burocratici, ora la Flotilla si trova nel Mediterraneo, in prossimità di Cipro (qui è possibile seguire il percorso).

 

 

 

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L’obiettivo è raggiungere Gaza, forzando il blocco navale imposto da Israele fin dal 2007. Le barche italiane si uniranno in mare con altre sei arrivate dalla Grecia, per proseguire la rotta insieme. È un gesto simbolico e politico, ma anche concreto: portare soccorso dove il mondo ha voltato lo sguardo. Il viaggio è tracciabile sul sito della Global Sumud Flotilla.


Il contesto: Gaza è un genocidio
Secondo il recente rapporto della Commissione d’inchiesta dell’ONU, quello in corso nella Striscia di Gaza è un genocidio.
Dal 7 ottobre 2023, oltre 65.000 persone sono state uccise, più di 20.000 bambini, e decine di migliaia risultano disperse sotto le macerie.
Il 90% della popolazione è stato costretto ad abbandonare la propria casa. Intere città sono state rase al suolo, gli ospedali sono distrutti, il sistema idrico collassato. La fame ha superato il livello di soglia della carestia, con oltre mezzo milione di persone che rischia la morte per malnutrizione.
Un’intera popolazione, chiusa in 365 km², bombardata quotidianamente, sottoposta a una devastazione sistematica.
 

 

 

 

Tp24 con chi sciopera
Anche noi di Tp24 oggi aderiamo idealmente allo sciopero. Perché è impossibile fare finta di niente, continuare come se nulla stesse accadendo. Non possiamo ignorare che nel 2025 — nel cuore del Mediterraneo — è in corso uno sterminio, un massacro senza precedenti.
Oggi si sciopera in tutta Italia non per un contratto o per una vertenza sindacale, ma per dire che non si può restare indifferenti davanti a un genocidio. Non si può più accettare l’ambiguità del nostro governo nazionale, che continua a ripetere “pace”, ma non ha il coraggio di dire con chiarezza che questo è un crimine contro l’umanità. Non è accettabile il silenzio delle istituzioni regionali. Non è accettabile il silenzio, punto.
Non esiste la neutralità quando i bambini vengono uccisi, quando i civili sono bombardati, quando milioni di esseri umani vengono affamati e annientati. 
Noi continueremo a denunciare ciò che sta accadendo, a dare voce a chi protesta, a chi si schiera per la pace e per la giustizia.