La Commissione Salute dell’Assemblea regionale siciliana ha espresso parere favorevole alla bozza della nuova Rete ospedaliera predisposta dal governo regionale. Ad annunciarlo, con soddisfazione, è stato il presidente della Regione, Renato Schifani.
«Il parere favorevole della Commissione – ha dichiarato Schifani – rappresenta un passaggio fondamentale verso una riorganizzazione più moderna ed efficiente della nostra rete ospedaliera. Ringrazio il presidente Laccoto per il suo impegno. La Sicilia ha bisogno di strutture in grado di garantire qualità e prossimità delle cure, con particolare attenzione ai territori».
Il governatore ha inoltre ricordato l’incontro con il ministro della Salute, Orazio Schillaci, durante il quale ha ribadito l’importanza di garantire la continuità del Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina, definito “un presidio di eccellenza per tutta l’Isola”.
Sulla stessa linea l’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, che ha sottolineato come la nuova Rete ospedaliera sia “non soltanto una riorganizzazione delle strutture per acuti e post-acuti, ma anche un’occasione per valorizzare le risorse disponibili, contenere la mobilità extra-regionale, ridurre le liste d’attesa e favorire l’uscita dal piano di rientro”.
La Regione proseguirà ora l’iter per arrivare all’approvazione definitiva del Piano da parte del ministero della Salute, primo passo verso la sua concreta attuazione.
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Per il M5S la rete ospedaliera nasce vecchia - La nuova Rete ospedaliera della Regione Siciliana non convince il Movimento 5 Stelle. I deputati del M5S in Commissione Salute all’Ars, Antonio De Luca e Carlo Gilistro, hanno votato contro la proposta del governo, definendola “un’occasione persa” e “un progetto nato vecchio”.
«Lo abbiamo detto più volte e lo ripetiamo – affermano – la nuova rete promette poco di buono per il paziente. Ci sarebbero tantissime cose da cambiare. Hanno voluto fare in fretta piuttosto che fare bene, e presto i nodi verranno al pettine».
Secondo i parlamentari, il piano rappresenterebbe “solo un pessimo restyling di quello del 2022, che a sua volta modificava un progetto mai entrato in vigore”. A mancare sarebbero, spiegano, elementi fondamentali come l’analisi dell’andamento demografico, i flussi intraregionali e i dati di mortalità specifica per patologia, che evidenziano forti differenze tra le province siciliane.
«Abbiamo provato in tutti i modi a far sentire le nostre ragioni in Commissione – concludono De Luca e Gilistro – ma non c’è stato nulla da fare. A pagarne le conseguenze saranno, come sempre, i siciliani».