Marsala è al giro di boa, mancano appena 8 mesi al voto. A maggio 2026 si rinnoverà il consiglio comunale e la carica di sindaco. Ad oggi sono 4 i candidati che hanno detto apertamente di essere in campo: l’uscente Massimo Grillo, Leonardo Curatolo, Andreana Patti, Eugenio Domingo.
Due le personalità che hanno dato la loro disponibilità: Salvatore Ombra, Nicola Fici.
Il centrodestra si riunisce con una certa frequenza ma è evidente che ancora non c’è una convergenza piena su nessun nome, molte riserve ma anche il pericolo di sbagliare candidato a ridosso di un altro appuntamento elettorale, quello delle regionali 2027.
E c’è una figura che potrebbe sparigliare le carte: Eleonora Lo Curto. La commissaria della Lega potrebbe correre a sindaca della città, ha il curriculum per farlo, la capacità politica e amministrativa. La sua pecca potrebbe essere il lato caratteriale, molto spigoloso, non amata da tutti per questo.
Sturiano e Grillo
La coppia regge seppure ci siano degli scossoni di (non) assestamento. Il presidente del consiglio comunale, Enzo Sturiano, ha tre postazioni in giunta, una di sottogoverno a Marsala Schola, se uscisse ora dalla maggioranza dovrebbe ritirare gli assessori e la posizione nella partecipata, quindi sposare un altro progetto. Ma dovrebbe pure spiegare alla città perché dopo anni di amministrazione abbandonerebbe proprio adesso. E la stessa questione riguarda Stefano Pellegrino, che in giunta c’è perché c’è Enzo Sturiano.
Grillo bis
Il sindaco deve ricostruire il tessuto delle alleanze politiche, ed è partito da Noi Moderati e da una parte della DC, ancora ad oggi non vi è alcuna espulsione di Gaspare Di Girolamo e di Pino Ferrantelli, cosa che potrebbe non avvenire. I partiti non possono permettersi il lusso di perdere consiglieri che hanno oltre i 700 voti. Di Girolamo si è rafforzato tanto, quindi darà un enorme contribuito alla causa elettorale per le regionali dopo e le amministrative prima. L’ipotesi di un Grillo bis non è difficile pensarla. In città c’è un leggero miglioramento della percezione, seppure restano tantissime le criticità non ancora risolte. Dal canto suo Grillo sta lavorando alle liste.
Curatolo e il suo programma
In pillole lo va consegnando alla comunità, è il programma per le amministrative del 2026. Curatolo è un imprenditore che ha deciso dopo tantissimi anni di rientrare a Marsala e lo vuole fare da candidato sindaco. E’ partito da uno dei punti più complicati per un Comune: le performance della macchina amministrativa: “Non si possono ottenere servizi efficienti, innovativi e vicini ai cittadini senza un investimento serio e strutturale sulle risorse umane: dipendenti motivati, formati, messi nelle condizioni di lavorare bene e con obiettivi chiari sono la chiave per un cambiamento profondo”.
Lancia Curatolo la sua proposta: “Proponiamo un percorso partecipato, da realizzare in sintonia con le organizzazioni sindacali, fondato su trasparenza, equità e risultati. Quindi Mappatura delle competenze e dei fabbisogni; piano annuale di formazione e aggiornamento; mobilità interna trasparente e meritocratica; introduzione del sistema di valutazione delle performance individuali e di gruppo; attivazione di meccanismi incentivanti con riconoscimenti economici; riorganizzazione degli uffici con criteri di efficienza ed equità: promuovere il lavoro agile, la digitalizzazione dei processi e l’uso di piattaforme collaborative; ingresso di nuove energie”.
Andreana Patti
E’ civica, ha le idee chiare su come realizzare il suo programma che viene presentato nelle varie occasioni pubbliche di confronto. E’ innegabile che c’è una componente di sinistra che la segue e che la appoggia. Questo significa che quella parte dovrà confrontarsi con la moderata che proviene dal centrodestra. E’ operazione rischiosa, perché obiettivo di difficile raggiungimento.
Assenza di vera programmazione
In tutta questa tarantella di nomi e di pseudo coalizioni ecco che la grande assente è davvero Marsala. La città avrebbe bisogno di idee molto chiare, poche ma ben evidenti sulla vivibilità. Tutti parlano di rilancio e di nuovo volto, ma in verità ciò che davvero manca ai cittadini è la vivibilità, cioè i servizi essenziali e basilari. Ed è tempo pure che i cittadini la smettano di rivolgersi al singolo consigliere di turno per un “favore”, che è un diritto.
Avere una buca asfaltata o un albero potato davanti casa non è concessione per intercessione di un consigliere comunale, che così crea il precedente ma anche il suo personale consenso. E’ questa la vera macchina amministrativa funzionante: mettere i cittadini nelle condizioni di non chiedere a terzi per la risoluzione di quello che rientra tra i loro diritti. Questo però in una città in cui gli uffici sarebbero davvero a regime e lavorassero andando incontro alla comunità, non ostacolandoli.