Questa volta lo scontro in aula è stato acceso, con accuse pesanti e toni sopra le righe. A dare fuoco alle polveri è stato Nicola Lamia, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha presentato un’interrogazione sullo stato della scuola “Gian Giacomo Ciaccio Montalto”. Secondo il consigliere, l’istituto versa in condizioni di degrado: cortili interni pieni di bottiglie e rifiuti, e all’esterno una piccola discarica a cielo aperto. Lamia ha parlato di rischi per la salute degli studenti e ha allegato un video inviato dai genitori.
“I nostri figli ogni giorno frequentano ambienti che non rispettano condizioni minime di igiene e sicurezza” ha dichiarato, sottolineando come la gravità sia ancora maggiore visto che la scuola è intitolata a un magistrato ucciso dalla mafia, simbolo di legalità e coraggio civile.
La risposta dell’assessora alla Pubblica Istruzione, Giulia Passalacqua, è stata netta. “Consigliere, la invito la prossima volta a verificare di persona. Il plesso era stato pulito e scerbato già prima dell’avvio dell’anno scolastico. Abbiamo foto e video che lo dimostrano. L’interrogazione non corrisponde al vero. È la seconda volta che Fratelli d’Italia utilizza strumentalmente le scuole per fare polemica politica, creando allarmismi sulla pelle dei bambini. Su questo non ci si gioca”.
Un passaggio duro che ha fatto infuriare Lamia, che si è sentito accusato di falsità. A cercare di riportare l’ordine è intervenuto il presidente del Consiglio, Giuseppe Mazzeo, invitando entrambi a usare toni consoni e a rispettare i tempi dell’aula. Ma la replica di Lamia non si è fatta attendere: “Assessora, lei mi ha accusato pubblicamente di falsità. Io ho le segnalazioni dei genitori e i filmati allegati alla mia interrogazione. Se siamo falsi, allora quereli me e i genitori. Oggi stesso, insieme al consigliere Fileccia, siamo tornati alla scuola e abbiamo trovato materiale di risulta, pali e persino un contenitore sospetto. Non accetto di essere preso in giro”.
Il confronto è degenerato fino all’insulto diretto. Lamia ha definito l’assessora una “pagliaccia politica”, dopo aver detto: “Non sono io il pagliaccio, come forse lei ha lasciato intendere, ma se dobbiamo fare la classifica allora guardi in casa sua”. A quel punto Mazzeo ha richiamato il consigliere: “Non si offendono gli assessori. Il dibattito resti nei toni consoni dell’aula consiliare”. Ma il clima era ormai surriscaldato.
Lamia ha rincarato: “La dirigente scolastica mi ha pure chiamato per rimproverarmi della mia interrogazione. Ma io sono un consigliere e ho il dovere di portare in aula le segnalazioni dei cittadini. Non faccio passerelle. È stata la stessa dirigente della Livio Bassi, dopo le nostre denunce, a bloccare i lavori con il martello pneumatico. Ora manderemo i Vigili del Fuoco anche alla San Francesco, così vedremo se davvero è tutto in ordine, come dice l’assessora insieme alla Garante. I bambini stanno dentro aule senza finestre e mense inagibili, e questo non è accettabile”
Il riferimento non è casuale. Quello della Ciaccio Montalto è solo l’ultimo caso di una serie di ispezioni compiute da Fratelli d’Italia nelle scuole trapanesi. Già il primo giorno di lezione, il 16 settembre, Miceli, Lamia e altri dirigenti del partito avevano denunciato le condizioni della San Francesco d’Assisi e della Livio Bassi: classi improvvisate con tramezzi senza finestre, un solo bagno per 150 bambini, polvere che entrava dalle finestre aperte per il caldo, mense inagibili e cantieri accanto alle aule.
Allora si arrivò allo scontro diretto con l’assessora Passalacqua, con parole durissime di Cristian Farace, sempre di Fratelli d’Italia: “Non ci faccia la supercazzola. Io voglio che lei tiri fuori gli attributi, prenda il suo sindaco e lo porti qua a dire che queste scuole sono inagibili”.
Da allora il clima non si è mai raffreddato. La circolare della dirigente Cottone che ha sospeso i lavori invasivi durante le lezioni alla Livio Bassi è stata interpretata da Fratelli d’Italia come la prova che le loro denunce fossero fondate. E il partito ha rilanciato, chiedendo anche le dimissioni della Garante per l’Infanzia, Anna Maria Ganci, accusata di aver difeso il sindaco Tranchida invece di prendere le parti dei minori.
La stessa Ganci è stata difesa pubblicamente dall’assessora Passalacqua, che ha parlato di “attacchi inopportuni a una figura che ha sempre operato con competenza e responsabilità”, e dal sindaco Tranchida, che ha ribaltato le accuse: “Dove erano questi alfieri di Fratelli d’Italia quando le passate amministrazioni, che loro stessi sostenevano, lasciavano le scuole in condizioni pietose? Oggi siamo noi a farci carico di quelle inadempienze per restituire edifici più sicuri”.
Il risultato è un autunno segnato da tensioni politiche e da una questione che resta aperta: lo stato reale delle scuole a Trapani. Dai cortili pieni di rifiuti della Ciaccio Montalto, ai cantieri della San Francesco, fino alle aule improvvisate della Livio Bassi, la polemica non accenna a spegnersi. Le ispezioni continueranno e, tra insulti in aula, repliche ufficiali e richiami al regolamento, resta la preoccupazione delle famiglie che chiedono solo una cosa: mandare i propri figli a scuola in ambienti sicuri, puliti e adatti alla didattica.