Tra i salemitani che hanno dato lustro alla loro citta’un posto di primo piano lo occupa Nino Marino, da otto anni direttore artistico del Teatro Stabile dell’Umbria.
E’il piu’ giovane tra i direttori artistici di teatri stabili in Italia e dirige anche il Teatro Morlacchi, il principale teatro di Perugia e uno dei più importanti teatri all’italiana del Paese.
Nino Marino può vantare un curriculum professionale unico e di notevole spessore. Lascia giovanissimo il paese natio, che percepisce angusto e privo di prospettive, inadeguato alla sua vocazione, che sente insopprimibile. Sceglie la capitale siciliana dove muove i primi passi nel mondo del teatro.
E così, nel 1998, appena venticinquenne, raggiunge la prima tappa di una carriera artistica che sarà sorprendente, per chi non lo conosce, e brillante. Diventa “assistente di direzione” al Teatro Garibaldi di Palermo, durante la mitica gestione di Carlo Cecchi. Un’esperienza che lo forgerà per attraversare l’imprevedibile e affascinante mondo teatrale.
In questo periodo palermitano, ha subito l’occasione di dimostrate le proprie capacità assumendo l’incarico di Responsabile Organizzativo del 10° Festival dell'Unione dei Teatri d'Europa svoltosi a Palermo. La stessa cosa avviene quando si trasferisce a Parigi dove diventa assistente del regista francese Georges Lavaudant, noto per essere stato il fondatore del Théâtre Partisan.
Il periodo parigino sarà fondamentale. Avrà l’opportunità per tessere e consolidare relazioni internazionali, ad esempio, con il Stary Theater di Cracovia, il Maly Theater di Mosca, e il Lliure Theatre di Barcellona, che gli torneranno utilissime nel suo futuro professionale.
Nel 2001 vince il “Premio Nunzi”, il premio ideato per onorare la figura di Maria Annunziata Gioseffi ( da tutti chiamata "la Nunzi” ), storica collaboratrice del regista Luca Ronconi. Riconoscimento che viene assegnato alle nuove figure organizzative del teatro italiano. E Nino Marino e’ tra questi.
Seguiamolo in questo suo avventuroso viaggio.
Da Parigi si trasferisce a Barcellona. Qui diventa Assistente di Produzione presso il Teatro Lliure, dove realizzerà il progetto che gli aveva fatto vincere il “Premio Nunzi”, con due spettacoli: “Le retour au désert” di Bernard-Maria Koltes con la regia di Carme Portaceli e “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare con la regia di Josep Maria Mestres.
Dopo il biennio catalano, nel 2003, approda finalmente al Teatro Stabile dell’Umbria, chiamato a ricoprire l’incarico di Responsabile delle Relazioni Internazionali.
Sono questi, gli anni in cui il “Teatro Stabile Umbro” (TSU) inizia a sviluppare una dimensione internazionale. Le sue produzioni vengono ospitate in vari Festival: da
Avignone, al “Culturgest” di Lisbona, e alla “Volksbühne Am Rosa–Luxemburg Platz" di Berlino.
Grazie alle sue conoscenze internazionali, essenziale sarà il suo contributo per la nascita dell’”Associazione sud europea per la creazione artistica (IRIS) cui aderiranno
i più prestigiosi teatri e festival italiani, francesi, spagnoli e portoghesi. Ma e’ anche il periodo in cui Marino contribuisce a gestisce importanti progetti di livello nazionale, diventando un punto di riferimento per tanti artisti, coordinando e dirigendo gruppi di lavoro per la realizzazione e la diffusione di produzioni complesse di notevole impegno.
Contemporaneamente, intensifica scambi culturali e di idee con interlocutori internazionali con l’obiettivo di sviluppare una programmazione dello Stabile di piu’ampio respiro. A tal fine, si e’ rivelato strategico il ruolo del Teatro Cucinelli, lo spazio in stile rinascimentale con 230 posti, incastonato nel suggestivo borgo medievale di Solomeo, in provincia di Perugia, pensato e costruito per generare cultura e ospitare raffinatissimi spettacoli teatrali e musicali desinati a spettatori differenziati come teorizzava Ronconi.
La produzione sempre di alta qualità vede il coinvolgimento di artisti di grande richiamo anche stranieri, come i francesi del calibro di Patrice Chéreau, Jean-Louis Trintignant, Isabelle Huppert , Michel Piccoli, o come i britannici Peter Brook, Jane Birkin e Charlotte Rampling. Coerentemente all’incarico ricoperto, Marino intuisce che occorre partecipare al “Corps de textes Europe" un progetto che vede coinvolta una rete di istituzioni culturali europee mirante a promuovere e sostenere la drammaturgia e la scrittura teatrale contemporanea attraverso la collaborazione transnazionale e che si propone di facilitare lo scambio tra creatori tramite un network tra professionisti
del teatro europeo, con l'obiettivo di supportare l'emergere di nuove forme di scrittura per la scena.
Grazie a questo immenso e infaticabile lavoro, nel gennaio 2014 l’allora direttore del TSU Franco Ruggieri chiama Nino Marino al suo fianco come vice. Con questo nuovo incarico diventa corresponsabile nelle scelte artistiche e gestionali della Fondazione. Approfondisce competenze legislative e regolamenti sviluppo relazioni con organismi di rappresentanza, con le pubbliche amministrazioni ed enti locali. Un triennio propedeutico che gli permettera’ di conquistare finalmente il meritato e giusto riconoscimento.
Nel novembre del 2017, finalmente Nino Marino viene nominato direttore del Teatro Stabile Umbro. Ha soli 44 anni ed e’il piu’ giovane direttore di un teatro stabile in Italia. Nella motivazione gli viene riconosciuto di essere stato negli anni precedenti “capace di conquistare la stima e la fiducia di tutti: registi e attori che sono transitati sul palcoscenico del teatro”.
Sul solco tracciato da Franco Ruggieri, il creatore del Teatro Stabile dell’Umbria, Nino Marino ha consolidato l’autorevolezza del Teatro Stabile Umbro e si deve alle sue competenze se oggi occupa un posto di grande rilievo nella scena nazionale e internazionale.
In una recente intervista lo ha confermato: “Le produzioni del Tsu, spettacoli creati in Umbria, poi presentati nei più prestigiosi teatri italiani, rappresentano la nostra storia e identità artistica. Il nostro teatro negli anni ha contribuito alla crescita di tutto il teatro italiano. È importante, in un continuo rinnovamento di forme e linguaggi, mantenere un’autenticità identitaria e una proposta artistica di livello”.
Oggi, Marino, questa intervista non avrebbe potuta rilasciarla se quel giovane ragazzo di tanti anni fa non avesse preso quella drastica decisione di abbandonare
tutto per inseguire il suo sogno. Ricordate le parole che Alfredo dice a Salvatore mentre si trovano in riva al mare nel film “Nuovo Cinema Paradiso”? Il regista bagherese Tornatore gli fa dire:
“Vai via e non tornare mai più. Non tornare più, non ti far fregare dalla Nostalgia”
Una scena topica che fece tremare i polsi agli spettatori che si rividero riflessi nell’eterno dramma della Sicilia. Una infelice terra che non ama i suoi figli migliori. Che debbono scappare se non vogliono rimanere risucchiati dal mefitico pantano del conformismo dominante, dove galleggiano coloro che hanno scelto una esistenza segnata da una perenne inconscia infelicità. Un tratto caratteristico di tanti siciliani. Cosa che il famoso scrittore inglese Aldous Huxley durante un suo viaggio nell’Isola subito percepì scrivendo: “Quella che Keats chiamò ‘l’enorme infelicità del mondo’ , in Sicilia e’ più gigantesca della media” . Del resto, non si dice da queste parti? "Cu nesci arrinesci". Uscire anche e soprattutto dalla rassegnazione!
Franco Ciro Lo Re