Sarà presentato mercoledì 10 dicembre, alle ore 17:15, nella Cattedrale di Mazara del Vallo, l’opuscolo “L’amore di Dio unisce ciò che la morte divide (Santa Teresa d’Avila). Dialoghi nella Comunione dei Santi”, scritto da don Giacinto Leone e dedicato a Maria Cristina Gallo, a due mesi dalla sua scomparsa.
Maria Cristina Gallo, insegnante e figura molto stimata in città, è ricordata anche per avere denunciato pubblicamente i ritardi nella consegna degli esami istologici, un caso che aveva scosso l’opinione pubblica e l’intero sistema sanitario provinciale.
Un testo nato “in silenzio”
Don Giacinto Leone, parroco e padre spirituale di Maria Cristina Gallo, aveva pronunciato l’omelia durante il suo funerale. Oggi, con questo opuscolo, propone un percorso di riflessione che definisce «nato come si nasce alla luce: in silenzio».
«È scaturito dalla preghiera – spiega – e da quella misteriosa continuità dell’amore che solo la comunione dei santi rende possibile. Non è un esercizio di memoria, ma un atto di fede; non un tentativo di trattenere, ma un gesto per riconoscere ciò che non può essere perduto, perché custodito in Dio».
«Un ponte tra due mondi»
Per don Leone, l’opuscolo «vuole essere un ponte tra due mondi: tra chi vive ancora sulla terra e chi già contempla il volto del Signore nella comunione dei santi».
Ogni pagina – aggiunge – è pensata come «un invito a sostare nella preghiera, a lasciarsi attraversare dalla luce di Dio e a riconoscere la continuità dell’amore che supera la morte».
Don Giacinto ricorda anche il lungo calvario della malattia, vissuto da Maria Cristina con un’intensità che lui definisce «una croce che non spegneva, ma rendeva più trasparente».
La prefazione di don Vito Impellizzeri
La prefazione è firmata da don Vito Impellizzeri, preside della Facoltà teologica di Sicilia ed ex rettore del Seminario vescovile di Mazara del Vallo.
Proprio durante il suo rettorato nacque la biblioteca dei bambini “L’isola che non c’è”, progetto condiviso con Maria Cristina Gallo e divenuto negli anni uno dei simboli più vivi del loro impegno educativo.