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05/10/2025 06:00:00

Ombra: "Abbandonare l'aeroporto sarebbe un sacrilegio". D'Alì: "Preveniamo l'Overturism"

«Riportare la base Ryanair su Trapani era il mio obiettivo dal 2019, quando mi sono insediato», così racconta Salvatore Ombra presidente di Airgest al Volatore di Rmc101 . «Avere di nuovo la base significa un investimento importante per il territorio: non solo voli mattina e sera, ma un meccanismo di attività che riaccende l’economia locale, come nel periodo d’oro del 2010».

 

Ombra rivendica il risultato e guarda avanti: «Ora vogliamo aumentare non solo gli aeromobili, ma anche le bandiere, cioè le compagnie che vengono su Trapani».

Un ruolo decisivo, spiega, lo ha avuto l’eliminazione dell’addizionale comunale: «Convincere la politica non è stato difficile, ma ha richiesto un percorso. Investire sei milioni e mezzo nell’eliminazione di quella tassa significa un ritorno moltiplicativo per tutto il territorio. Ogni euro speso nello sviluppo di rotte genera quarantaquattro volte di più in economia locale: più tassisti, più ristoranti, più lavoro».

 

Il futuro dell'aeroporto

Sul futuro dell’aeroporto “Vincenzo Florio”, Ombra annuncia una svolta strutturale: «Entro il 2026 l’aeroporto cambierà completamente volto. Abbiamo 13 milioni e mezzo di investimenti già finanziati, e i lavori inizieranno entro marzo-aprile. È un progetto che trasformerà Birgi e lo renderà più moderno ed efficiente».

Anche l’euro del parcheggio, spesso criticato, secondo Ombra ha avuto un effetto positivo: «Ha smontato l’abusivismo e garantito sicurezza. In un anno ha portato 400 mila euro che restano all’aeroporto e si reinvestono per migliorare i servizi. Non è una tassa, è un contributo minimo per far funzionare una struttura che deve camminare con le proprie gambe».

 

"Gli F-35 non sono un problema"

Sul rapporto con l’Aeronautica militare e l’arrivo degli F-35, Ombra rassicura: «Se non avessimo avuto i militari, Birgi non sarebbe mai esistita. Gli F-35 non sono un problema, ma un’opportunità: porteranno tecnologia e una piccola economia aggiuntiva al territorio».

 

"Abbandonare l'aeroporto adesso sarebbe un sacrilegio"

Poi, inevitabilmente, si passa alla politica. Il suo nome circola da settimane come possibile candidato sindaco di Marsala. Lui non si sottrae, ma frena: «Devo ringraziare la gente. C’è un affetto e un riconoscimento per il lavoro fatto che non c’erano nel 2012. Ma oggi vivo due responsabilità enormi: la mia azienda, con 150 famiglie che vivono grazie a noi, e l’aeroporto, che sento mio anche se non lo è. Abbandonarlo adesso sarebbe un sacrilegio».

E chiarisce con franchezza: «Non voglio escludere nulla, ma ho chiesto ai leader di partito di lasciarmi completare un percorso. Sono un uomo di centrodestra da sempre, ma oggi la mia missione è far decollare Birgi». Chiude con una riflessione che suona come un invito: «Marsala ha bisogno di un progetto lungo, di almeno cinque anni, con i primi tre di lacrime e sangue. Io sarò sempre al fianco di chi vorrà far crescere davvero questa città, anche senza un ruolo politico diretto». 

 

 

 «Abbiamo convocato subito il comitato tecnico del Distretto turistico» spiega Rosalia D’Alì, assessora al Comune di Trapani e presidente del Distretto turistico della Sicilia occidentale al Volatore di RMC101.  «C’è una grande novità con il ritorno della base Ryanair a Birgi: due aeromobili stabili da giugno, tanti nuovi voli e quindi nuove opportunità. Non potevamo restare fermi: abbiamo chiamato tutti i rappresentanti dei Comuni soci, i privati, il presidente Ombra e il nostro consulente strategico Bruno Bertero per ridefinire subito la strategia e individuare i nuovi mercati su cui investire in promozione».

 

D’Alì insiste su un concetto chiave: «Ombra mette a disposizione i voli, ma il territorio deve fare la sua parte. Il Distretto serve proprio a questo: promuovere la Sicilia occidentale con le risorse che abbiamo, anche se sono limitate. Non riceviamo finanziamenti né dalla Regione, né dal Ministero, né dall’Unione Europea. Sono i Comuni che mettono insieme un piccolo budget, ma lo spendiamo bene: campagne digitali nei Paesi collegati con Birgi e Palermo, e adesso anche nei nuovi undici territori raggiunti dai voli Ryanair». Ma non solo pubblicità. «Stiamo organizzando dei roadshow nei Paesi collegati: andremo noi direttamente a incontrare gli operatori turistici, i buyers, per presentare la nostra offerta e far conoscere la Sicilia occidentale. Racconteremo cosa si può fare, cosa si può vedere, le esperienze che si vivono in ogni stagione. È un lavoro di squadra: aeroporto e territorio insieme».

 

"Un impegno che non nasce oggi"

 «La collaborazione con gli aeroporti e con gli operatori c’è sempre stata, ma oggi è indispensabile più che mai. Ombra ha ragione quando dice che il territorio deve reagire con visione. I risultati nel turismo non si vedono subito: servono anni, contatti, relazioni. È un lavoro certosino».

La presidente del Distretto racconta anche il suo impegno a livello nazionale: «Siamo tra le cinque DMO riconosciute in Italia. Ho creato una sinergia con le altre destinazioni italiane e con la Regione, che da anni ci ospita gratuitamente negli stand delle fiere come il TTG di Rimini. Le nostre risorse sono pochissime, ma le ottimizziamo. E soprattutto, cerchiamo di stimolare anche i privati: quando il presidente Ombra fa appello al territorio, ha ragione. Serve l’impegno di tutti, pubblico e privato, se vogliamo crescere davvero».

 

Allarme overturism: "Dobbiamo governare lo sviluppo, non subirlo"

Il tono si fa più serio quando parla di “turistificazione”, un termine nuovo che entra nello Zingarelli insieme a “bussiata”. «Io credo che dobbiamo affrontare il tema adesso, non quando sarà troppo tardi» spiega D’Alì. «Mi trovo a Venezia, alla Ca’ Foscari, per una giornata di formazione proprio sull’overtourism. Venezia e tante città d’arte ne soffrono: le comunità locali sono state costrette a lasciare i centri storici. È un fenomeno che ha distrutto tante città, e noi abbiamo ancora il tempo di prevenirlo e governarlo».

La sua ricetta è chiara: «Il turismo è una grande industria, ma va gestita. Non dobbiamo permettere che chi vive nei nostri luoghi sia costretto a fuggire. La soluzione è allungare la stagione, diluire le presenze, non concentrare tutto in due mesi estivi. Anche la natura, le città e la gente hanno bisogno di respiro».

E sul modello di turismo da promuovere, l’assessora ha le idee precise: «Dobbiamo rivolgerci a un pubblico che cerca esperienze vere: natura, outdoor, cultura, benessere, buon cibo. Non è turismo “povero”, anzi: è un turismo più consapevole e rispettoso dei luoghi. È su questo che stiamo lavorando, con esperti e tecnici. Il nostro obiettivo è un turismo che faccia crescere il territorio senza snaturarlo».