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08/10/2025 06:00:00

Shark, buona la prima. Ma occhio ai recuperi e alle palle perse. Oggi il Tenerife

Trapani Shark, buona la prima. Una vigilia, resasi complicata dai troppi infortuni, non era proprio foriera di vittoria. Il cielo grigio di Trieste, molto simile a quello sopra Berlino, sembrava più incupire i 300 giovani e forti del tifo trapanese che i giuliani, adusi anche alle folate di fredda bora. Il clima all’interno del palazzetto però cambiava repentinamente, surriscaldandosi ed a elevate temperature è arcinoto che il sopravvento dei cori penda dalle parti di coloro che vivono a più basse latitudini. Da questa superiorità è nata una partenza a razzo ed un pallino tenuto in mano per tutti i 40 minuti, salvo qualche rischio nel rush finale. Un inopinato calo negli ultimi 5 minuti, con 15 lunghezze da gestire, poteva essere rappresentato dal fatto che gli Squali avessero ritenuta chiusa la partita per qualche gocciolamento di sangue mostrato dagli avversari. E mentalmente, può subentrare una sindrome da appagamento che porta a giocare con la testa all’orologio e gestire il tempo che rimane senza affondare i colpi. Il risultato di questa scelta incongrua portava a raggranellare un solo punto in 4 minuti ed al ringalluzzirsi degli avversari che vedevano la striscia del traguardo molto più abbordabile rispetto a prima. Si tratta di un aspetto da non sottovalutare nel prosieguo in cui i vantaggi potrebbero sembrare incolmabili. Con un team rinnovato per 5 decimi e non ancora con una chimica tutta da trovare, è facile che accadano sensibili recuperi.  Un paradosso se si considera che il reparto migliore può essere indicato nella cabina di regia. Sia Arcidiacono che Cappelletti vantano esperienza decennale: una collaudata negli USA, l’altra nel campionato italiano, vestendo diverse casacche. Se poi aggiungiamo anche Jordan Ford, un play che ha guidato Trento in una cavalcata iniziale trionfale, il cerchio poteva considerarsi chiuso senza le sofferenze finali. Una vittoria che va comunque incamerata come iniezione di fiducia in vista del doppio impegno Campionato-Coppa e dal fatto, non proprio trascurabile, di dover rimontare 4 punti di penalizzazione che nella griglia finale potrebbero avere un peso non indifferente. 

 

Se proprio vogliamo passare la lama sulle ferite, sottolineate anche dal Coach croato, non possiamo sottacere le 14 palle perse, la metà delle quali per errori gratuiti nella comunicazione e non certamente per eccessiva aggressività degli avversari. Su questo aspetto, soltanto attraverso l’esperienza maturata sul campo ed una migliore qualità negli allenamenti (mai a ranghi completi durante la preseason) la situazione potrebbe sensibilmente migliorare. Il “Buster” Repesa aveva trasmesso via web ( la televisione della Proprietà è sparita dal digitale terrestre) un avviso ai naviganti sulle difficoltà che si potevano incontrare contro un team volitivo e veloce, che avrebbe giocato a specchio, con transizioni veloci e attacchi alla baionetta. Credo, per primo sia rimasto sorpreso dalle percentuali al tiro dalla breve distanza che si attestavano al 75%, una media stratosferica trattandosi della prima giornata. E, alla stregua della legge del calcio che “squadra che vince non si tocca” , non ha cambiato strategie, giocando praticamente ad uomo ed ordinando penetrazioni in un’area che per nulla risultava impenetrabile e mai collassata. Era Trieste che doveva cambiare filosofie operative e difendere meglio sul pitturato, passando ad una difesa a zona, lasciando qualche tiro da 3. Anche se le percentuali granata scendevano, non salivano quelle avversarie ed il divario si manteneva pressocché inalterato e con vantaggi in doppia cifra. Poi il rush finale, ampiamente descritto ed una vittoria acciuffata alla fine per i capelli, ma assolutamente meritata. 

 

Conosciamo benissimo Repesa: il croato non è il tipo così ingenuo da gonfiare come un tacchino una squadra che sulla carta e con ingaggi alla mano si presenta più debole dello scorso torneo. Via alcuni fuoriclasse come Horton, Robinson , Galloway e ci metto anche Yeboah, sostituiti da giocatori motivatissimi a ben figurare ma provenienti da campionati minori come quello belga, australiano o dalla G-League. Alle prese con un  budget inferiore, la Società ha sguinzagliato i suoi Head Hunter ( cacciatori di teste) sui mercati alla ricerca di candidati ideali a costi non esorbitanti. Per la verità, i risultati sono stati ottimali e a parte Jordan Ford, cui si riconosce un talento sopraffino ma ben remunerato, altri come Hurt e Sanogo sono ancora tutti da scoprire. Le migliori indicazioni attualmente provengono Allen, ex Ostenda, MVP dell’incontro, che non ha patito infortuni e si è presentato in grande spolvero, al contrario dei già citati, Hurt e Sanogo, utilizzati per pochi minuti a causa delle precarie condizioni. Per dovere di cronaca non ha giocato Notae, vittima di un affaticamento muscolare che gli farebbe saltare i prossimi due match. Ma non c’è tempo per un tranquillo recupero: oggi, 8 Ottobre, scenderà al PalaIlio un agguerritissimo Tenerife. Un complesso che milita nel campionato spagnolo da anni e che mantiene la stessa struttura con ben 8 giocatori riconfermati. Un test , quindi, molto attendibile per misurare le potenzialità granata a livello internazionale. Squadra conosciuta, quella delle Canarie e con poche incognite per Repesa. L’unica curiosità shakespeariana che potrebbe suscitare interesse, è rappresentata dal trasferimento a Trapani. Volo charter o di linea?    

 

  



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