La Sicilia si conferma tra le regioni italiane in cui l’economia del mare ha il peso più rilevante sull’economia complessiva, con un’incidenza del 6% sul valore aggiunto regionale, a fronte di una media nazionale del 4%. È quanto emerge dal Report “Economia del Mare Sicilia 2025” realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare – OsserMare, in collaborazione con Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere, e presentato da Antonello Testa al Salone Nautico “Seacily”.
Il sistema marittimo regionale – che comprende pesca, cantieristica, logistica portuale, turismo costiero e servizi ambientali – genera 17,4 miliardi di euro di valore aggiunto totale, pari al 17,6% dell’economia regionale, di cui 5,9 miliardi di valore aggiunto diretto. L’“economia blu” siciliana conta oltre 102 mila occupati e 29.561 imprese, pari al 6,4% del totale delle imprese dell’isola.
Secondo OsserMare, l’economia del mare rappresenta un motore strategico per la crescita e la coesione territoriale. In Sicilia si configura come un ecosistema produttivo capace di moltiplicare per 1,9 ogni euro generato in valore aggiunto diretto (contro una media nazionale di 1,8). Gli indicatori regionali mostrano una crescita sostenuta: +16,9% nel valore aggiunto diretto, +4,9% nell’occupazione e +3,2% nel numero di imprese.
I settori trainanti sono i servizi di alloggio e ristorazione (36,5% del valore aggiunto complessivo), la movimentazione di merci e passeggeri via mare (32,8%), la cantieristica navale e le attività di ricerca e tutela ambientale (8,5% ciascuna). Seguono la filiera ittica (7%) e le attività sportive e ricreative (6,3%).
La Blue Economy è fortemente concentrata nelle aree costiere: 192 comuni, di cui 123 litoranei e 69 prossimi al mare, generano il 78,2% del valore aggiunto regionale e ospitano il 73,5% della popolazione siciliana.
A livello provinciale, Palermo guida con il 37,5% del valore aggiunto regionale (circa 2,23 miliardi di euro), seguita da Catania (17,5%), Messina (16,1%), Siracusa (9,2%), Trapani (8,1%), Ragusa (5,5%) e Agrigento (5%). Palermo si colloca inoltre al sesto posto tra le province italiane per numero di imprese blu, mentre Messina è decima a livello nazionale.
+Tra il 2019 e il 2024 la base imprenditoriale dell’economia del mare in Sicilia è aumentata di quasi 4.000 unità, trainata dai settori del turismo marittimo e costiero.
Le imprese femminili rappresentano il 24,2% del totale (media nazionale 22,6%) e crescono del 20,1% nel quinquennio. Le imprese straniere incidono per il 4,7% (+35,7%), mentre quelle giovanili si attestano al 10,2%, con una lieve riduzione rispetto al 2019.
Nel 2024 l’export dell’economia del mare siciliana ha raggiunto 124,9 milioni di euro, a fronte di 495,3 milioni di import, con un saldo negativo di 370 milioni. Il settore ittico domina i volumi commerciali (84,9 milioni di euro di export), con Palermo, Agrigento e Trapani che mostrano i più alti indici di specializzazione produttiva.
“Con un’incidenza del 6% sul valore aggiunto e del 6,4% sulle imprese, la Sicilia si colloca tra le regioni leader della Blue Economy insieme a Campania, Lazio e Sardegna, confermandosi ponte strategico del Mediterraneo e laboratorio di sperimentazione per le politiche di sostenibilità, innovazione e turismo marittimo” – ha evidenziato Antonello Testa, coordinatore dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare – OsserMare, durante la presentazione del report.
Report completo “Economia del Mare Sicilia 2025”