Assaltato il pullman dei tifosi del basket, muore autista
Una domenica di sport si è trasformata in tragedia lungo la superstrada Rieti-Terni, all’altezza dello svincolo di Contigliano, dove un pullman con i tifosi del Pistoia Basket è stato assalito con lanci di pietre e mattoni al termine della partita di A2 contro la Sebastiani Rieti. Un mattone ha colpito in pieno volto uno dei due autisti di scorta, che è morto sul colpo.
Secondo una prima ricostruzione, l’agguato è avvenuto intorno alle 22 , quando il bus con a bordo i 45 supporter toscani del gruppo Baraonda Rossa stava lasciando Rieti dopo la vittoria della squadra ospite. Gli aggressori, nascosti tra la vegetazione lungo la carreggiata, avrebbero lanciato sassi e altri oggetti dal basso, mirando alla parte anteriore del mezzo.
Il parabrezza del pullman è stato sfondato, proprio in corrispondenza del sedile accanto al conducente. L’uomo colpito, il secondo autista, non ha avuto scampo. Il compagno alla guida, sotto shock, è riuscito a fermare il bus e chiedere aiuto.
Le forze dell’ordine hanno interdetto il tratto di strada e avviato immediatamente la caccia ai responsabili. Sono stati ascoltati diversi tifosi reatini per ricostruire quanto accaduto: secondo alcune testimonianze, i due gruppi di supporter si erano già scontrati durante l’intervallo della partita al PalaSojourner.
Il Ministro per lo Sport Andrea Abodi ha definito l’accaduto “un fatto sconvolgente”:
“Come è possibile morire così, tornando a casa dopo una partita di basket? Questi delinquenti si sono trasformati in assassini. Lo sport è vita, non violenza.”
Dura anche la condanna del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che parla di “gesto gravissimo e inaccettabile”, e del sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi, che ha definito l’attacco “un atto criminale scioccante”.
Le due società sportive si sono unite nel dolore e nella condanna. Il Pistoia Basket 2000 ha espresso “sgomento e cordoglio per la morte dell’autista”, mentre la Sebastiani Rieti ha parlato di “un atto inqualificabile, che nulla ha a che vedere con lo sport”.
La Procura di Rieti ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario e violenza aggravata, mentre le indagini proseguono per individuare il gruppo responsabile del lancio.
Un episodio che riporta lo sport italiano indietro di decenni, in una spirale di odio e follia che nulla ha a che fare con il basket, con la passione e con la civiltà.
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