Ennesima riunione di centrodestra provinciale per decidere il futuro di Marsala, chiamata al voto nella primavera del 2026.
L’attuale sindaco Massimo Grillo si dice candidato per il bis, non si capacita perché il centrodestra, area alla quale si ascrive, abbia negato il dialogo. Sarebbe pronto Grillo a ripartire, ha detto in diverse interviste, con il centrodestra facendo un'analisi di tutti gli errori fatti, da entrambe le parti, per poi azzerare e rilanciare.
Grillo però ha disatteso tutti gli accordi politici che lo hanno portato alla vittoria nel 2020, ha mandato a casa assessori che si era scelto di concerto con i partiti, una rottura che ha creato e non ha mai davvero spiegato ai dirigenti di partito. Così oggi ha una giunta a sua immagine e somiglianza, difficile, per non dire impossibile, che i partiti di centrodestra ritornino sui propri passi politici. E Grillo, che è un politico navigato, lo sa bene tanto da avere chiesto la convocazione di un tavolo regionale. Ad oggi non convocato alla presenza del Primo Cittadino.
Il dovere dei partiti
Le riunioni vanno bene per programmare e per mettere in campo una proposta che sia di rilancio sì di Marsala ma anche della politica tutta. E’ questa la vera responsabilità. La politica torni ad assumere il ruolo centrale nel dibattito cittadino, come lo è in quello regionale e nazionale, al netto delle liste civiche, che pure sono importanti ma che non hanno una aderenza precisa.
Il primato della politica tutta, da destra a sinistra, torni alla sua centralità. Oggi c’è bisogno di figure chiare e solide. Basta con i calcoli personali fatti di accordi sottobanco, sì alla visione e progettualità, è questa la responsabilità che bisogna costruire dentro il centrodestra e il centrosinistra. Questa è la vera prima forma di rispetto verso la comunità, prima di parlare di candidature sarebbe meglio darsi un vestito, e non civico, con cui il cittadino può facilmente riconoscere l’appartenenza. Pensiamo a quanti elettori di centrosinistra e centrodestra sono in attesa di conoscere un candidato, che sia di area e non prestato all’area, perché quella è la strada che più conviene. Ma conviene a chi? Sicuramente non alla città. E’ un gioco al ribasso.
Invece stavolta, soprattutto questa volta, servono certezze. Serve la libertà di scelte anche impopolari ma coraggiose, di slancio e trasparente nelle intenzioni.
Il centrodestra, in questa fase storica, dove già governa alla Regione e il Paese, ha il dovere morale e politico di offrire ai cittadini una proposta credibile, forte e coerente.
Questo vale pure per il centrosinistra che ha smarrito la sua identità, che sembra sempre di più un circolo letterario, che non ha una proposta spendibile per le amministrative e che fa propria quella di Andreana Patti.
Smarrita la capacità di rappresentare un progetto politico riconoscibile, coerente e radicato nei bisogni della città. Oggi appare come un insieme di persone, una somma di nomi e non un’idea condivisa di futuro. Frullati dalle stesse logiche, nel frattempo è venuto meno il legame con la città, con i quartieri, con le persone.
Basta autoreferenzialità
Fino ad oggi i passi sono stati confusi, ma Marsala ha bisogno di qualcosa di diverso: di una proposta politica chiara, che metta al centro i partiti. E’ finito il tempo del compromesso tra sigle o interessi momentanei, è necessaria una scelta di identità, di appartenenza, di coerenza.
Si chiama chiarezza e lo si deve ai cittadini, che chiedono di sapere chi rappresenta davvero un progetto politico.
L’ultima riunione
Domenica sera alla riunione non si è arrivati ad alcuna decisione, nonostante in circolazione ci siano 10 versioni diverse. Anche qui è più un gioco di bluff che essenza della politica.
I segretari provinciali dei partiti confermano che non c’è chiusura su alcun nome ma che si valutano ancora i nomi in campo, ovviamente ci si accinge però a chiudere il cerchio. In quel tavolo si fa il nome di Nicola Fici, considerato sempre però un civico, non aderente ad un partito di centrodestra, proveniente dal centrosinistra, ed è per questo che ci sono delle remore. Questo è quello che unitamente dicono FI e FdI mentre la Lega ha già un suo nome: Eleonora Lo Curto.
A questo tavolo di centrodestra manca la partecipazione dell’onorevole Stefano Pellegrino.