“Mi sono rotto il c...”.
Così, con la consueta eleganza, in diretta Facebook, il romano Valerio Antonini, patron della Trapani Shark e leader del partito Futuro, ha annunciato che dal 15 dicembre la squadra non giocherà più a Trapani. Dice di avere “tre opzioni in Sicilia”, ma la sua nuova fuga somiglia più a un atto di nervosismo che a una reale strategia. Anche perché nessun Comune può concedere gratuitamente un impianto pubblico — come vorrebbe lui — senza passare da un bando e senza rispettare la legge.
Intanto la notizia ha fatto infuriare gli abbonati, che avevano già pagato per seguire la stagione al Palasport di Trapani e si sentono presi in giro.
La vicenda è però entrata in una nuova fase. Come ha dichiarato oggi a Tp24 il Sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, alla fine della scorsa settimana, venerdì, a Palazzo D’Alì è stato consegnato il tanto atteso parere “pro veritate” redatto dagli avvocati Harald Bonura e Giuliano Fonderico, del Foro di Roma, esperti di diritto societario.
Il documento — che secondo quanto trapela dà ragione al Comune di Trapani — è stato secretato dal segretario generale Giovanni Panepinto per consentire agli uffici di completare gli approfondimenti tecnici e adottare i provvedimenti conseguenti.
Da quanto si è saputo, il parere confermerebbe che la convenzione firmata nel 2023 non è più valida, perché sottoscritta da una società sportiva dilettantistica (Ssd) e non da una Srl, come la Shark è diventata dopo la promozione in Serie A. La norma di riferimento, l’articolo 5 del decreto 38/2021, vale solo per le società senza fini di lucro e non per quelle professionistiche.
Il resto, tra minacce, ultimatum e show social, somiglia sempre più a un reality politico-sportivo che ha poco a che vedere con lo sport e molto con la vanità del suo protagonista.