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02/11/2025 06:00:00

Lo scontro tra Schifani e Messina: "Io candidato se c'è il Governatore"

Lo scontro a distanza tra Manlio Messina, oggi deputato nazionale ex di Fratelli d’Italia e approdato al gruppo misto, e il presidente della Regione Renato Schifani è destinato a durare. C’è chi ipotizza che Messina sia il braccio armato e silenzioso dell’ex governatore, oggi Ministro, Nello Musumeci, di cui Messina fu assessore al Turismo ma smentisce categoricamente. Anzi, rilancia sostenendo che non avendo più vincoli di partito e di appartenenza è libero di esprimersi. Messina ha accusato Schifani di essere un presidente che inaugura e porta a compimento quanto fatto e programmato dal predecessore.

 

Io candidato se c’è Schifani

In un post sul suo profilo Facebook Messina ha scritto: “Schifani sembra avere la memoria corta: la sua candidatura alla Presidenza della Regione nacque da un accordo tra Forza Italia e Lega che tradì l’impegno assunto allora dal centrodestra e dall’ex presidente Nello Musumeci, secondo cui l’uscente non si sarebbe ricandidato per favorire il rinnovamento. Oggi quello stesso criterio viene completamente ignorato. Desidero essere chiaro con tutto il centrodestra: qualora il candidato alla Presidenza della Regione Sicilia dovesse essere ancora Renato Schifani, mi candiderò personalmente contro di lui. La Sicilia ha bisogno di una guida nuova, libera da condizionamenti e capace di restituire dignità e prospettiva a questa terra.Le fughe in avanti di Schifani e le sue dichiarazioni autoreferenziali rappresentano solo il tentativo di blindare una posizione di potere, non di offrire un progetto politico credibile per il futuro dell’isola. Sono pronto a cambiare tutto”.

Non tutto fu così, Messina non lo dice ma fu proprio Fratelli d’Italia a gestire in Sicilia le candidature per la presidenza, con un Ignazio La Russa molto attivo insieme al Presidente Silvio Berlusconi, il nome di sintesi poi fu Schifani. I meloniani giocarono la loro partita e furono in prima linea nello scegliere e sposare la candidatura dell’attuale governatore. Oggi Messina vorrebbe riscattarsi dallo scandalo Cannes e anche cercare il suo spazio politico.

 

 

 

 

I sassolini di Messina

Il deputato nazionale  accusa Schifani  sulla questione Cannes: “Si è chiusa, suo malgrado, con un nulla di fatto, perché di scandalo non c’era proprio nulla. Oggi invece si parla di boss mafiosi che mettono le mani sui fondi del PNRR o che gestiscono lidi a Palermo, e lui? Tace. Come se il problema non fosse suo. Ma il “metodo Schifani” lo conosciamo bene: far uscire, tramite i suoi sodali, notizie anche false contro gli avversari interni, per poi presentarsi come il paladino della giustizia. Peccato che, quando si tratta di suo figlio — o del Trapani Calcio, a cui ha fatto arrivare 300 mila euro come se nulla fosse — preferisca il silenzio. Un silenzio che ricorda la peggiore tradizione omertosa siciliana. Dimettersi, no vero?”.

Va oltre sostenendo che i conti della Regione “Non sono stati risanati da tre anni del suo operato, ma dagli accordi e le azioni fatte dal Governo Musumeci di cui Schifani continua a beneficare. Anzi con la sua politica la Sicilia, come ho già dichiarato ieri, rischia solo di andare indietro. Speriamo abbia un sussulto d’orgoglio!”.

E’ guerra aperta e certamente destinata a non finire a breve. Il 2027 sarà l’anno delle elezioni regionali, si iniziano a profilare i primi scontri per la successione di Schifani ma l’attuale presidente ha già ribadito di voler essere ricandidato.