La questione del deputato supplente sta facendo scalpitare i primi dei non eletti della maggioranza: ad oggi, sarebbero sette le poltrone pronte a liberarsi.
Il primo passaggio è già avvenuto a Roma, dove il Senato ha dato il via libera al disegno di legge. Ora il testo passa alla Camera. Si tratta, però, anche di una modifica allo Statuto regionale.
Cosa prevede la norma
Il disegno di legge stabilisce che, se un deputato dell'Ars viene nominato assessore, viene sospeso dalla carica e gli subentra il primo dei non eletti.
Qualora in un secondo momento il deputato-assessore si dimetta o venga revocato, torna a esercitare le funzioni di deputato, rientrando al posto del supplente.
Quest’ultimo, dunque, vivrebbe in una condizione di instabilità: ricopre il ruolo solo finché il deputato titolare resta in Giunta.
Facendo un calcolo: i deputati eletti sono 70, ma con questo nuovo meccanismo ne ballano almeno 12.
Non è previsto alcun referendum confermativo: la norma entrerà in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Servono però altri due passaggi — uno alla Camera e uno al Senato — trattandosi di una modifica costituzionale.
Poi toccherà alla Regione Sicilia emanare una legge per disciplinare lo status giuridico ed economico dell’assessore sospeso dalla carica di deputato.
I nomi e i supplenti
Attualmente ricoprono il doppio ruolo di deputato e assessore: Renato Schifani (Presidente) – Forza Italia; Edy Tamajo – Forza Italia; Luca Sammartino – Lega; Mimmo Turano – Lega; Elvira Amata – Fratelli d’Italia; Alessandro Aricò – Fratelli d’Italia; Giusy Savarino – Fratelli d’Italia
Chi entrerebbe a Sala d’Ercole? per Mimmo Turano, subentrerebbe Eleonora Lo Curto; per Luca Sammartino, il supplente sarebbe Ignazio Mannino; per Edy Tamajo, arriverebbe Francesco Cascio; per Alessandro Aricò, il supplente è Giosuè Maniaci; per Giusy Savarino, subentrerebbe Giovanni Di Caro; per Elvira Amata, entrerebbe Ferdinando Croce.
Le reazioni
Per il senatore del PD Antonio Nicita, si tratta di un intervento tutt’altro che tecnico: “È un provvedimento che viene presentato come una modifica procedurale, ma in realtà è un patto di potere per risolvere un problema della maggioranza, creando però un problema più grande ai cittadini siciliani. Tanto è vero che si abolisce il referendum e si boccia l’emendamento che rinviava l’entrata in vigore alla prossima legislatura”. Di segno opposto la senatrice Daniela Ternullo, che parla di “un punto di svolta fondamentale per garantire maggiore equilibrio e trasparenza”: “È una misura che separa con più nettezza l’attività legislativa da quella di governo. La Sicilia merita istituzioni che lavorino con serietà ed equilibrio, ed è un primo passo verso un sistema più moderno e trasparente”.