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05/11/2025 15:45:00

L'inchiesta su Cuffaro e Romano: indagato carabiniere "talpa"

Si allarga l’inchiesta della Procura di Palermo sugli appalti pilotati nella Sanità siciliana. Dopo la richiesta di arresti domiciliari, tra gli altri, per l’ex governatore Totò Cuffaro, emerge un nuovo nome tra gli indagati: quello del tenente colonnello dei carabinieri Stefano Palminteri, accusato di essere una vera e propria “talpa” all’interno dell’indagine.

 

Secondo gli inquirenti, Palminteri — che ricopriva l’incarico di capo sezione operazioni e informazioni alla Legione — avrebbe rivelato informazioni coperte dal segreto istruttorio a Cuffaro e al deputato regionale della Dc  Pace, anche lui indagato. Per il militare la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio.

 

Nell’ordinanza si legge che Palminteri, “in violazione dei doveri inerenti alla propria funzione, rivelava notizie d’ufficio che dovevano rimanere segrete e in particolare allertava Cuffaro e Pace dell’esistenza di indagini che avrebbero potuto riguardarli”.

 

A carico di Cuffaro emergono anche intercettazioni che delineano un presunto sistema di favoritismi. “I bandi prima di essere pubblicati li dobbiamo mandare a tutti i nostri amici”, avrebbe detto l’ex governatore al suo collaboratore di lunga data Vito Raso, anch’egli destinatario della richiesta di arresti domiciliari.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la dirigente regionale Maria Letizia Di Liberti, indagata, avrebbe inviato in anteprima a Raso bandi e documenti riservati. In una delle conversazioni intercettate, Raso avrebbe detto a Cuffaro: “Totò, Letizia aveva in anteprima il bando… questo era degli autistici… tu lo devi dare a qualcuno in particolare?”.
 

E Cuffaro avrebbe risposto: “Io posso darlo ai politici, ai consiglieri comunali, alle prime linee… non è che lo possiamo dare a tutti, o no? Fate una lista di 30 o 40 cristiani a cui man mano esce il bando, li fate così…”.

 

 L’indagine della Procura di Palermo, che coinvolge 18 persone, continua a svelare presunti intrecci tra politica, pubblica amministrazione e sanità regionale.