Il “sistema Cuffaro”: i soldi “cioccolatini” e le manovre per controllare la sanità
L’inchiesta della Procura di Palermo su Totò Cuffaro si allarga e assume sempre più i contorni di un’indagine sul potere e sulle relazioni che avrebbero permesso all’ex governatore di mantenere, a distanza di anni dalla condanna per favoreggiamento mafioso, un ruolo di primo piano nella gestione politica e amministrativa della Sicilia.
Nelle carte dei magistrati – e nelle nuove intercettazioni depositate – emerge il ritratto di un uomo che, pur non ricoprendo incarichi pubblici, avrebbe continuato a esercitare un’influenza diretta sulla sanità regionale, pilotando nomine e concorsi, mediando tra dirigenti e politici, e costruendo una rete di fedeltà e favori.
Le tre “province” di Cuffaro: Enna, Palermo e Siracusa
Secondo l’accusa, l’ex presidente della Regione avrebbe rivendicato la possibilità di decidere i vertici sanitari in tre province chiave – Enna, Palermo e Siracusa – allo scopo di garantirsi un controllo “a cascata” anche sulle direzioni amministrative e sanitarie. Un vero e proprio “sistema di potere” che i pm definiscono “attualissimo e pervasivo”.
Gli intrecci e la “gara di famiglia”
L’inchiesta tocca anche il capitolo degli appalti alla Asp di Siracusa, dove avrebbe agito come mediatore Calogero Zambuto, ex sindaco di Agrigento ed ex parlamentare regionale, in un affare che gli investigatori definiscono “di famiglia”. L’ipotesi è che la rete di Cuffaro avesse interesse a pilotare la gara per la gestione delle pulizie ospedaliere attraverso intermediari e ditte amiche.
“Schifani l’ho stretto ai fianchi”
Un passaggio emblematico mostra la misura dell’ingerenza politica. In un’intercettazione, Cuffaro rassicura un interlocutore:
«Schifani l’ho stretto ai fianchi, la cosa ora diventerà buona». Secondo i magistrati, si riferiva all’accordo sulle nomine dei manager sanitari, concordate con l’attuale presidente della Regione per garantire un equilibrio tra le diverse componenti politiche della coalizione.
I “cioccolatini buoni” e la rete di favori
Ma l’indagine non si ferma al potere. Tocca anche il denaro. In un’altra conversazione Cuffaro parla di “cioccolatini buoni” riferendosi ai soldi da spartire. Una metafora che, secondo gli inquirenti, indica il sistema di scambi e ricompense che ruotava attorno agli incarichi pubblici e alle forniture sanitarie.
La talpa e la “strategia della rispettabilità”
Un capitolo a parte riguarda la presenza di una presunta talpa all’interno delle istituzioni, che avrebbe informato Cuffaro e il deputato Carmelo Pace dell’esistenza di indagini in corso. Nelle carte compare il nome del tenente colonnello Stefano Palminteri, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio, e della dirigente regionale Maria Letizia Di Liberti, accusata di avere passato informazioni riservate.
Consapevole della crescente pressione investigativa, Cuffaro avrebbe tentato di “blindare” la propria immagine pubblica. È in questo contesto che va letta la decisione di nominare Laura Abbadessa, moglie del magistrato Massimo Russo, alla guida della Nuova Democrazia Cristiana. Una scelta che, secondo i pm, aveva lo scopo di “collocare in posti chiave persone al di sopra di ogni sospetto”, pur non bastando – come annotano gli stessi magistrati – “a metterlo al riparo dal rischio di indagini”.
L’influenza sulla politica regionale
L’inchiesta, che coinvolge 18 persone, rischia di scuotere profondamente gli equilibri della maggioranza che sostiene il presidente Renato Schifani. Dopo la richiesta di arresto per Cuffaro e per Carmelo Pace, capogruppo della Dc all’Ars, i rapporti tra la Democrazia Cristiana e la Lega si sono interrotti bruscamente. La stessa Lega, secondo fonti di Palazzo d’Orléans, avrebbe chiesto una verifica politica immediata, mentre nel centrodestra cresce il malumore per il peso ormai “ingombrante” di Cuffaro nella gestione delle nomine e nelle scelte di governo.
Le prossime tappe
La giudice per le indagini preliminari Carmen Salustro ascolterà gli indagati tra l’11 e il 14 novembre. In quei giorni sfileranno davanti al gip i protagonisti del sistema che, secondo la Procura, ha trasformato la sanità siciliana in un terreno di scambio politico ed economico.
E intanto, mezza Regione è finita sotto la lente dei pm: una fotografia impietosa del potere e dei suoi riti, che in Sicilia sembrano ripetersi ciclicamente, con gli stessi volti e gli stessi metodi.
La Pasticceria Savoia di Marsala vive un Natale speciale: per la prima volta i panettoni portano la firma di Salvatore Miceli, il giovane pasticcere che sta ridisegnando l’identità dolciaria dello storico laboratorio...
Per la seconda volta nella sua lunga e controversa parabola politica, Totò Cuffaro si ritrova ai domiciliari. Ma questa volta la vicenda va oltre il profilo penale e affonda direttamente al centro del potere regionale, rivelando un sistema...
Il 2025 si conferma un anno cruciale per Cantina Birgi, segnato da nuove collaborazioni strategiche e da riconoscimenti che ne rafforzano il ruolo nel panorama vitivinicolo siciliano. Tra i progetti più rilevanti spicca la...
È un nuovo terremoto giudiziario quello che scuote la politica siciliana. L’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, oggi leader della Nuova Democrazia Cristiana e alleato del governo Schifani, è finito agli arresti...
Il Natale si avvicina e con lui la consueta domanda: cucinare o farsi aiutare? Voga, caffetteria e pasticceria di piazza Piemonte e Lombardo a Marsala, ha preparato quattro menù che coprono le principali date del...