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10/11/2025 08:43:00

“Chiamo io o chiami tu?” Trapani, tra Comune e Antonini ora serve una telefonata

A Trapani, la vicenda del Pala Shark sembra ferma a una domanda da canzone: “Chiamo io o chiami tu?”.
Dopo settimane di tensione, dichiarazioni e lettere protocollate, la situazione resta sospesa tra la disponibilità annunciata dal sindaco Giacomo Tranchida e l’attesa, pubblicamente dichiarata, del presidente Valerio Antonini, che dice di essere pronto “tra lunedì e martedì” a firmare un accordo per chiudere la questione del palazzetto.

Antonini, a capo della Trapani Shark e del Trapani Calcio, ha dichiarato: “Io sono pronto tra lunedì e martedì a firmare, visto che mercoledì sarò all’estero. Quindi devo concludere questa cosa entro questa settimana per non emettere inutilmente fatture pure prima di aver fatto l’accordo con il Comune di Trapani”.
E aggiunge: “Per il Libero Consorzio e lo stadio noi manderemo una lettera identica a quella mandata al Comune, con la differenza che con il Comune abbiamo ancora una convenzione in essere, allo stadio addirittura ce ne hanno fatta una annuale, quasi come forma di pressione psicologica. Ma come dicono a Napoli, ‘dimentichiamoci o passat’: ci restituiscono tutti i soldi e poi decidono che convenzione fare”.

La replica del sindaco Tranchida è arrivata poche ore dopo, con un comunicato ufficiale dal titolo “Trapani Maglia Granata / disponibilità massima al confronto politico-istituzionale”.
Un testo lungo, dal tono istituzionale ma chiaro nell’intento: da parte del Comune, la porta non è chiusa.
“Rispondo con la riconfermata volontà politica ed istituzionale... nel rispetto delle procedure di legge, in ossequio alle quali è stato avviato il dovuto procedimento amministrativo che fa capo al competente funzionario comunale”, scrive Tranchida.
Il sindaco ricorda inoltre che la sua amministrazione “ha piena consapevolezza dell’importanza degli equilibri sociali e sportivi”, ma sottolinea che la ricerca di soluzioni deve avvenire “nel rispetto del vincolo normativo dettato dal noto articolo 5”.

Nessun muro ideologico, ma serve seguire le regole. Quindi produrre i documenti contabili richiesti — le fatture quietanzate e le prove di pagamento — che rappresentano la condizione preliminare per qualsiasi confronto formale. 

In mezzo, però, resta un silenzio di linea. Antonini parla di una proposta già avanzata e dice di “attendere una risposta”, mentre il Comune aspetta il confronto seguendo le vie ufficiali, cioè attraverso gli uffici competenti e non via social.
Il nodo è tutto lì: per sbloccare la situazione, servirebbe una comunicazione formale, o quantomeno una telefonata che apra al tavolo amministrativo.

Sul piano politico, Tranchida ribadisce la sua disponibilità: “Nessuna difficoltà in sede politica o istituzionale al confronto con l’associazione Trapanesi Granata”, scrive, aggiungendo di voler “guardare e lavorare per positive risoluzioni” e concludendo con un “Forza Trapani, sempre!” che suona come un messaggio di distensione.

 


Ma nella sostanza, resta la procedura. Secondo fonti di Palazzo D’Alì, Antonini dovrebbe prima integrare i documenti richiesti, tra cui le fatture, i bonifici e i collaudi dei lavori eseguiti, e solo dopo richiedere formalmente un incontro. Il Comune, dal canto suo, avrebbe già espresso disponibilità ad accogliere una richiesta scritta o protocollata, ma non intende derogare al percorso amministrativo.

La sensazione è che la partita sia ancora tutta da giocare. Da una parte Antonini che chiede di “chiudere questa cosa entro la settimana”, dall’altra il Comune che attende gli atti necessari per riaprire il dialogo.
Una trattativa che sembra sempre a un passo dal decollare ma che, per ora, resta intrappolata nella logica del “chi fa la prima mossa”.

Intanto, il tempo scorre: meno 25 giorni alla possibile scadenza dei termini della procedura di revoca della concessione.