Gentile Direttore di Tp24,
ritengo doveroso intervenire sulle vicende legate alla scelta del candidato a sindaco per Marsala che il centrodestra si appresta a fare unitamente alle liste civiche.
Entro subito nel merito, puntualizzando che la mia candidatura, posta al tavolo del coordinamento provinciale dall’assessore Turano, nasce dalla precisa volontà di mettere al centro delle scelte la Città, garantendo un autentico e — mi sia concesso — autorevole e competente governo politico.
Per questa manifestazione di stima ringrazio il mio amico assessore regionale ma, come ben sanno i partecipanti al tavolo, io non ho mai dato il mio consenso e non ho mai manifestato la volontà di candidarmi, per più e diverse ragioni.
Non è Turano che ritira la mia candidatura: semplicemente io non ho mai accettato la proposta.
Sento altresì il dovere di ringraziare la Vostra testata giornalistica per l’articolo che il 10 novembre ha dedicato alle donne che si impegnano in politica, denunciando l’ipocrisia e l’aggressione sessista di quanti, per demolire il prestigio e l’autorevolezza delle donne, si trincerano dietro volgari quanto banali luoghi comuni legati all’età e alla necessità del ricambio generazionale.
È disgustoso pensare che tale formula valga solo contro le donne e non anche per gli uomini che da sempre si preoccupano di sommare voti per garantirsi la rielezione senza limiti di tempo e di età — spesso con sistemi opachi, se non palesemente clientelari — per poi fingere di indignarsi di fronte all’ennesima indagine della magistratura.
Nel corso della campagna elettorale per le regionali chiedevo ai cittadini di votarmi non per ciò che avrei voluto fare, ma per i risultati che ero riuscita a determinare per questo territorio.
E se vorrà darmi spazio in una sua intervista, carte alla mano sarò lieta di elencare il modesto ma significativo risultato dei miei cinque anni da deputata di questa provincia.
Caro Direttore, desidero essere chiara: il mio presunto “malo carattere” si chiama chiarezza, linguaggio sincero e aperto, indiscutibili e irrinunciabili principi morali, determinazione nel perseguire obiettivi, decisionismo e coraggio.
Altresì, quando si parla di me come di persona libera, indipendente e non facilmente condizionabile, si dice il vero.
E per me si tratta di un autentico complimento, che mette in risalto il mio profilo etico e politico e la mia capacità visionaria.
Come dissi una volta a Musumeci, io ho giurato fedeltà allo Stato, alla Costituzione e al Popolo siciliano, ma non al presidente della Regione, e mi genufletto per fede solo di fronte al Crocifisso.
Certo, di fronte a una politica che soggiace troppo spesso alla volontà dei potenti, può risultare scomoda una persona che — pur essendo leale e rispettosa delle regole — non è disposta a fare compromessi al ribasso, avallando scelte che tradiscono l’interesse dei cittadini.
Purtroppo, gentile Direttore, spiace constatare come l’etica sia diventata un orpello e la competenza un fastidio.
Forse per questo non sono gradita a qualcuno.
Certo, a tanti piacciono la confortevole mediocrità di chi va a braccetto con tutti, la furbizia e la malizia con cui si promette aiuto e si aggiustano situazioni, l’essere uno dei tanti e alla pari di chiunque.
Io non ho questo profilo, certamente, e per questo ho avuto in politica meno fortuna di diversi altri soggetti meno impegnati per il bene comune e tanto più attivi a tutelare e garantire amici personali, galoppini e “portarobba”.
Tuttavia sono certa di aver dato sempre il buon esempio ai miei figli e di aver testimoniato, nella mia professione e in politica, che ciò che conta nella vita è fare sempre il proprio dovere.
Prima di chiudere, mi permetta una riflessione sull’ennesimo scandalo che travolge la politica.
Preciso al riguardo che, se avessi accettato di candidarmi nella DC di Cuffaro, oggi sarei deputata.
Ma non sono solita salire sul carro dei vincitori, così come non amo lanciare anatemi e scagliare anch’io la pietra come molti moralisti dell’ultima ora stanno già facendo, perdendo l’occasione per un dignitoso silenzio.
E parlo di dignitoso silenzio perché il cuffarismo, gentile Direttore, è solo il sintomo di una malattia che investe sistemicamente e trasversalmente la politica e tutti i partiti.
Bisogna prenderne atto senza se e senza ma, e lo dico con assoluta cognizione di causa, con quella schiettezza che molti non mi perdonano ma che nasce da chi la politica e i partiti li ha frequentati e li frequenta.
E mi lasci dire anche che la malattia è non solo sistemica, ma anche strutturale.
I cittadini sono infatti complici di questo sistema, che alimentano con il voto per l’amico nella speranza del “posto” e della raccomandazione per un favore.
Non migliori, certamente, sono coloro che non votano più: gli astensionisti che galleggiano nell’oceano del non-voto.
La loro non è neutralità. È viltà e ignavia: la colpa più grave, la complicità dei tiepidi che permette all’indegnità di prosperare.
Non le procure ma le nostre coscienze dovrebbero fare selezione.
Purtroppo è venuta meno la percezione del disvalore, l’esercizio dell’analisi consapevole di ciò che è giusto rispetto a ciò che conviene, e la forza di credere che forse un futuro migliore si può ancora costruire.
Fino a quando a fare la differenza sarà solo il nostro miserabile interesse personale, potremo fingere di indignarci di fronte all’ennesimo scandalo politico e patto corruttivo, ma condanneremo i nostri figli a emigrare, perché questa terra non merita salvezza.
La ringrazio per la gentile ospitalità e saluto cordialmente i lettori di Tp24.
Eleonora Lo Curto