Tredici marchi di pasta italiana rischiano di sparire dai supermercati americani a gennaio, quando entreranno in vigore dazi del 107% – i più alti mai imposti da Trump su un singolo prodotto. I dazi derivano da un'accusa di "dumping": secondo il Dipartimento del Commercio, i produttori italiani venderebbero a prezzi troppo bassi per danneggiare i concorrenti americani.
L'indagine è partita dopo denunce di due aziende USA. Due marchi italiani – Pasta Garofalo e La Molisana – sono stati accusati di non aver collaborato fornendo documenti con termini italiani non tradotti. Come punizione, il dazio del 107% è stato esteso a tutte le 13 aziende del settore.
"Un grave errore", secondo Jim Donnelly di Rummo USA, che nega le accuse: "Vendiamo a prezzi più alti che in Italia". Con i nuovi dazi, un pacco da 3,99 dollari dovrebbe costare 7,99 dollari.
I marchi colpiti
Tra le aziende interessate: Barilla, Rummo, Garofalo, La Molisana, De Cecco e altri marchi artigianali. Il Corriere della Sera ha titolato titola: "Trump dichiara guerra alla pasta italiana". L'UE ha bollato i dazi come "chiaramente inaccettabili" e il Governo italiano, che si vanta di avere una posizione privilegiata con l'Amministrazione Trump, ha istituito una task force per contrastarli. Le aziende sperano in una revisione prima di gennaio.