Dopo le rivelazioni contenute nel video registrato allo stadio Provinciale – in cui Valerio Antonini affermava di essere stato “quattro ore” negli uffici del Ministero dello Sport, ricevuto dal ministro Andrea Abodi, per consegnare un “depliant enorme” (lui lo chiama così ...) sul Comune di Trapani e chiedere addirittura alla presidente Giorgia Meloni il commissariamento del municipio per presunti “motivi di ordine pubblico” – arrivano oggi smentite nette da Roma.
Fonti qualificate del Ministero dello Sport e dei Giovani hanno contattato direttamente la redazione di Tp24 per chiarire che nulla di ciò che Antonini ha dichiarato corrisponde al vero.
Secondo quanto riferito:
– Il ministro Andrea Abodi non ha incontrato Valerio Antonini.
– Non è stato consegnato alcun “dossier”, “depliant” o documento riguardante il Comune di Trapani o la vicenda del Palazzetto.
– Il ministro non ha in alcun modo riferito o discusso con la presidente Meloni le questioni sollevate nel video. Nè è stata chiamata la Prefetta di Trapani per intervenire.
Una smentita così puntuale e tempestiva getta nuova luce sul contenuto delle frasi pronunciate dall’imprenditore allo stadio, registrate dai presenti e che Tp24 ha raccontato ieri. Nel video, Antonini sosteneva anche che, dopo la presunta visita al Ministero, “Abodi avrebbe detto: adesso vado dalla Meloni e presento il caso”, e di aver portato “gli elementi per commissariare il Comune”.
La ricostruzione di Antonini riguardava il contesto del procedimento di revoca della concessione del Palazzetto “Ettore Daidone”, avviato dal Comune di Trapani. Nel filmato, l’imprenditore affermava di aver sollecitato il Governo a intervenire per mettere sotto tutela l’amministrazione comunale e difendere la società sportiva.
Ora le smentite ufficiali arrivano a mettere un punto fermo: nessun incontro, nessuna interlocuzione, nessuna pressione istituzionale.
Il caso resta dunque confinato al rapporto – sempre più teso – tra l’imprenditore e il Comune di Trapani, mentre ogni scenario relativo a presunti commissariamenti o interventi governativi appare privo di qualsiasi riscontro.
La vicenda conferma, una volta di più, l’importanza di distinguere i fatti verificabili dalle narrazioni interessate che circolano in un clima già esasperato.