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18/11/2025 06:00:00

Trapani lancia la De.C.O.: Pane, Cuscusu e Rianata diventano prodotti identitari

Trapani mette nero su bianco la propria identità gastronomica e culturale. Nascono i primi tre disciplinari De.C.O. – Denominazione Comunale di Origine, dedicati a Pane Trapanese, Cuscusu Trapanese e Rianata, tre simboli che raccontano storia, lavoro, agricoltura e tradizione. Sono disciplinari che parlano di grano, di molini, di antiche tecniche, e che puntano a proteggere ciò che è davvero del territorio, trasformandolo in risorsa economica e turistica.

«La De.C.O. è la nostra denominazione comunale dei prodotti tipici» spiega l’assessore Giuseppe Pellegrino. «Il Comune si è dotato del regolamento, abbiamo scelto il logo con un avviso pubblico e abbiamo nominato una commissione con ASP, Regione, panificatori e ristoratori. Il risultato sono questi tre disciplinari, che riportano i prodotti trapanesi alle loro radici».

L’aspetto centrale è la materia prima. Pellegrino non usa giri di parole: «Importiamo due milioni di tonnellate di grano duro dall’estero, spesso con glifosato e micotossine cancerogene. In passato ogni quartiere di Trapani aveva un molino: in via Fardella, fuori le mura, nelle frazioni. Il nostro pane nasceva lì, dal nostro grano. Noi vogliamo tornare a produrre come facevano i nostri nonni, con grano duro siciliano e della Val di Mazara, olio locale e sale trapanese».

Con la De.C.O. arriva anche il Registro pubblico delle imprese che rispettano i disciplinari: panifici, ristoranti, pizzaioli, produttori agricoli. Il marchio, di proprietà esclusiva del Comune, non certifica la qualità come un DOP, ma attesta l’origine e tutela la tipicità. Un modo per difendere i prodotti autentici dall’omologazione e, allo stesso tempo, per dare valore economico a chi produce davvero nel territorio.

Il Pane Trapanese racconta secoli di lavoro: lievito naturale, semola rimacinata, forme storiche come vastedda e pistuluni. Il Cuscusu trapanese nasce dal mare, dai pescatori che navigavano tra Tunisia e Algeria nel Cinquecento, un piatto con un’identità propria già documentata nel 1521. La Rianata, pizza povera e profumata di origano, nasce nei forni del centro storico ed è oggi uno dei sapori più riconoscibili della città.

Dietro questa operazione c’è un’idea precisa di sviluppo: tutela del territorio, filiera locale, turismo esperienziale. «Più forni, più ristoranti, più attività che sceglieranno il nostro logo, più la De.C.O. diventerà uno strumento di valorizzazione della Dieta Mediterranea e della salute. Il nostro grano duro fa prevenzione sanitaria» afferma Pellegrino.

Il Comune guarda anche oltre il confine. «L’Europa deve rivedere il regolamento del 2006 che permette di commercializzare grani con 1750 parti per miliardo di micotossine. Noi chiediamo che venga valorizzato il nostro prodotto, sano e radicato nel territorio».