C’è lo schema del decreto che disciplina la Telemedicina: la Conferenza Stato-Regioni ha dato parere positivo. La piattaforma verrà gestita da Agenas. Ad oggi, però, non si conoscono i tempi di accesso ai servizi da parte dei cittadini. Del resto, la telemedicina non è solo un pc e una connessione: è un processo lungo e complesso.
Le novità del decreto
Il decreto, frutto del concerto tra ministero della Salute, ministero dell’Economia e Sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, definisce l’architettura e la governance completa del sistema. L’Agenas coordinerà la Piattaforma nazionale di telemedicina e l’integrazione con il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e l’Ecosistema dati sanitari (Eds), mentre le Regioni gestiranno le Infrastrutture regionali di telemedicina (Irt), sotto la supervisione del ministero della Salute e con la cybersicurezza garantita dall’Acn.
Il provvedimento disciplina l’erogazione uniforme dei quattro servizi minimi di telemedicina: televisita, teleconsulto, telemonitoraggio e teleassistenza. Dal 2026 la sostenibilità economica sarà assicurata con un finanziamento crescente, da 12,5 a 25 milioni annui all’Agenas, senza nuovi oneri per lo Stato.
I medici sono pronti?
È la domanda che ci si pone: se la telemedicina non verrà inserita nei percorsi diagnostico-terapeutici, non la userà nessuno. Soprattutto per resistenza culturale.
I numeri
Parte la sperimentazione — fino a 18 mesi — dei servizi di telemedicina per i grandi anziani, con un totale tra 50 e 60 mila over 80 affetti da almeno una patologia cronica.
Il territorio nazionale è diviso in tre aree: Nord, Centro e Mezzogiorno. Ognuna dovrà avere almeno un progetto di telemedicina. A ciascun progetto — che potrà essere presentato da enti pubblici, privati accreditati, infermieri di famiglia e comunità o tramite la rete delle farmacie — sarà destinato un massimo di 500 mila euro.
La Sicilia
Sull’Isola il progetto di gestione operativa della telemedicina è affidato a Massimiliano Maisano, referente unico regionale del PNRR, e a Federico Ferro, responsabile unico del procedimento e interfaccia tecnico-organizzativa con le Aziende sanitarie e con Agenas.
A Catania è già attivo un progetto pilota per gli anziani fragili: sensori trasmettono i parametri alle equipe territoriali. Ad Agrigento è partita la sperimentazione per i grandi anziani.
Si tratta di servizi che possono migliorare concretamente la qualità della vita dei pazienti: un elettrocardiogramma fatto a Ginostra può essere letto da un cardiologo a Messina, e così via.