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26/11/2025 18:30:00

"Degne di  nota", a Trapani musica e parole per denunciare la violenza sulle donne

In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, ieri pomeriggio si è svolto “Degne di Nota”, un concerto nato come atto di denuncia, memoria e lotta contro ogni forma di violenza di genere.

L’evento si è tenuto nella suggestiva Basilica Maria Santissima Annunziata di Trapani, affidata alle cure del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, che proprio quest’anno celebra i suoi 40 anni di attività. Una cornice artistica e spirituale che ha reso ancora più incisivo il messaggio di rifiuto assoluto della violenza sulle donne e di promozione di una cultura del rispetto.

Alla serata hanno preso parte i firmatari del Protocollo di intesa per la prevenzione e il contrasto della violenza nei confronti delle donne, siglato in Prefettura il 28 novembre 2024. La loro presenza ha testimoniato l’impegno condiviso delle istituzioni nel rafforzare strategie comuni e nel sostenere percorsi concreti di tutela e prevenzione.

A dare voce ai testi e alle emozioni sono stati Maria Teresa Coraci, attrice e autrice siciliana, che ha letto il suo “Ritratto di Nadia Anjuman Herawi”, poetessa afghana simbolo di coraggio femminile, ed Enrico Stassi, attore e regista, con la lettura di “Da maschio ai maschi sul femminicidio” dello scrittore Giorgio Fontana.
A intrecciare le parole con la musica sono stati gli interventi del Maestro Leonardo Nicotra, che hanno contribuito a creare un’atmosfera intensa e partecipata.

Un appuntamento che non è stato solo spettacolo, ma impegno civile, capace di unire arte, memoria e responsabilità istituzionale per ribadire un messaggio chiaro: la violenza sulle donne non è un’emergenza episodica, ma un fenomeno che richiede un rifiuto radicale e un’azione costante della comunità.

 

 

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Il Presidente del Libero Consorzio Comunale di Trapani Salvatore Quinci nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne: "Il rischio di scadere nella retorica in una giornata come questa è sempre alto. Di anno in anno. Così come il rischio di consegnare parole scontate, magari ad effetto ma vuote di sostanza. Credo che la prima e vera inversione di tendenza dovrebbe portarci ad una riflessione sulla violenza. La nostra società ne è sempre più intrisa, vive di rapporti di forza che legittimano le scelte. Le dinamiche nei rapporti interpersonali e di comunità sono spesso delineati dalla logica dei muscoli, ostentati come nuovo paradigma per dirimere le controversie. Una società violenta non dà spazio alle donne. Che tuttavia non possono essere considerate una “categoria”, una parte da difendere, come se avessero qualcosa in meno rispetto all'altro genere. La nostra società sarà libera quando riuscirà, attraverso le sue regole, la sua educazione, i suoi principi e valori, a fare emergere l'universo femminile per quel che è, con le sue potenzialità, anche con le sue contraddizioni. Perché sarà un universo libero. Perché consentirà alla donna di affermarsi in quanto essere umano e non perché capace di assumere i tratti del predominio maschile. Le donne non saranno mai libere di esprimersi come meglio credono fin quando sarà l'uomo ad aprire la porta della legittimazione nel sistema mondo. E gli uomini non saranno mai credibili fin quando non riconosceranno che c'è un modo d'interpretare e di vedere la vita diverso, frutto
di sensibilità che non hanno e che non vanno combattute ma studiate e soprattutto rispettate. La parità di genere sarà trionfante quando non ci sarà più. Quando uomo e
donna saranno espressione di una società senza steccati, senza corsie preferenziali, senza violenza, anche e soprattutto quella muta, nascosta, che vive in tante case.
Scuola, sapere, confronto e rispetto devono essere gli strumenti di un cambiamento che deve avere i suoi simboli come quelli di oggi ma che deve essere necessariamente
incarnato nella quotidianità, nel presente che non vuole tradire il futuro".

 

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L’Arma dei Carabinieri e l’impegno contro la violenza sulle donne

In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Arma dei Carabinieri ha presentato una nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione, riaffermando il proprio ruolo centrale nel contrasto a ogni forma di violenza di genere.
Un impegno quotidiano che attraversa prevenzione, ascolto, vicinanza alle vittime e interventi repressivi.

La campagna: informazione, ascolto e cambiamento culturale

Attraverso la diffusione di locandine, video e contenuti sui principali canali social, l’Arma punta a incoraggiare le vittime a denunciare e a diffondere una cultura del rispetto.
Tra le iniziative più significative c’è lo spot realizzato insieme all’attrice Cristiana Capotondi, che richiama i valori di ascolto, legalità e parità, sottolineando la necessità di un cambiamento culturale profondo.

Un ruolo fondamentale è affidato anche alle scuole: in molti Comuni i Carabinieri hanno incontrato studenti e studentesse per discutere di parità, dignità e prevenzione, con l’obiettivo di superare stereotipi e discriminazioni radicate.

“Orange the World”: le caserme si illuminano di arancione

Anche quest’anno numerose caserme dell’Arma, in tutta Italia, si illuminano di arancione aderendo alla campagna internazionale Orange the World, un gesto simbolico che ribadisce l’impegno costante nella lotta alla violenza di genere.

Sul sito istituzionale dell’Arma è stata inoltre dedicata un’intera sezione al Codice Rosso, comprendente informazioni normative e il “Violenzametro”, un test di autovalutazione utile a riconoscere segnali di violenza nelle relazioni.

Strutture e progetti specializzati: dalla Sezione Atti Persecutori alle stanze protette

La strategia dell’Arma si fonda su una rete articolata di reparti specializzati e programmi innovativi.
Tra questi:

  • Sezione Atti Persecutori (2009): analizza i casi più gravi e studia le dinamiche psicologiche e criminologiche per definire strategie di intervento efficaci.
  • Rete nazionale di monitoraggio (2014): composta da ufficiali di polizia giudiziaria formati specificamente per il contrasto della violenza di genere.
  • Formazione avanzata all’Istituto Superiore di Tecniche Investigative (ISTI), che prepara gli operatori a gestire i casi più complessi anche dal punto di vista psicologico.
  • Collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, per migliorare le capacità di interazione con le vittime vulnerabili.

Le Stazioni Carabinieri, però, restano il primo presidio: vere “porte della speranza”, capillarmente distribuite sul territorio e in grado di garantire interventi immediati.

“Una stanza tutta per sé”: ascolto protetto per le vittime

Dal 2015, grazie alla collaborazione con Soroptimist International d’Italia, sono state realizzate 211 stanze dedicate alle audizioni protette nelle caserme italiane. Ambienti riservati, accoglienti e dotati di tecnologia per permettere alle vittime di denunciare in un clima protetto.

Il progetto si è ampliato con “Una stanza tutta per sé… portatile”, un kit con notebook e microtelecamera, già distribuito in 79 reparti, utile anche dove gli spazi dedicati non sono ancora disponibili.

“Mobile Angel”: lo smartwatch che salva la vita

Attivo nelle province di Napoli, Milano, Torino, Ivrea e Roma, il progetto Mobile Angel consente alle vittime selezionate dall’Autorità giudiziaria di ricevere uno smartwatch capace di inviare allarmi e geolocalizzazioni alle centrali operative dell’Arma.
Uno strumento che ha già dimostrato un forte effetto deterrente e che aumenta la percezione di sicurezza delle donne seguite.

I numeri del Codice Rosso: denunce e arresti in aumento

I dati confermano l’intensificazione dell’attività dell’Arma.
Nel 2024 i reati perseguiti nell’ambito del Codice Rosso sono stati 60.972, in aumento rispetto ai 57.656 del 2023. Nei primi nove mesi del 2025 sono già 40.803.

Sul fronte repressivo, gli arresti sono cresciuti:

  • 9.484 nel 2024 (contro 7.650 nel 2023)
  • 6.673 nei primi nove mesi del 2025

Numeri che mostrano da un lato l’efficacia dell’azione investigativa, dall’altro il persistere e l’emergere di situazioni di rischio che richiedono la massima attenzione.

Uno sguardo al futuro

L’Arma dei Carabinieri conferma la volontà di rafforzare progetti, formazione e strumenti operativi.
La difficoltà maggiore resta la prevenzione: molte vittime denunciano tardi, quando la violenza è già in una fase avanzata. Per questo l’obiettivo è intercettare precocemente i cosiddetti “reati spia” — maltrattamenti, violenze sessuali, atti persecutori — e costruire un contesto di fiducia che incoraggi le donne a chiedere aiuto prima che sia troppo tardi.