Piove da giorni, le temperature sono crollate, i fiumi sono in piena. Eppure la provincia di Trapani è ancora in emergenza idrica. Un paradosso tutto siciliano: dighe che si svuotano quando dovrebbero riempirsi, invasi che sversano acqua in mare perché non possono trattenerla, condotte da rattoppare, calcoli sbagliati, rimpalli di responsabilità e una macchina istituzionale che sembra sempre inseguire l’emergenza, mai prevenirla.
Il simbolo del caos è la diga Garcia, ridotta a quello che molti sindaci hanno definito “una pozzanghera”. La cabina di regia regionale, guidata da Salvo Cocina, ha ammesso quello che fino a pochi giorni fa nessuno aveva detto apertamente: c’è stato un errore nei conteggi. Si pensava che l’acqua bastasse fino a febbraio. Invece potrebbe finire a Natale. Una previsione clamorosamente sbagliata, che ha obbligato la Regione a chiedere al Comune di Trapani un intervento straordinario: mettere in rete la propria acqua per aiutare i comuni del Belìce.
Faraone: “La diga è ridotta a una pozzanghera. Capiremo se è errore o dolo”
Sul caso è intervenuto anche il deputato nazionale di Italia Viva Davide Faraone, che nei giorni scorsi ha effettuato un sopralluogo alla Garcia. Le sue parole sono durissime:
«L’invaso è ridotto a poco più di mezzo milione di metri cubi. Praticamente niente. Bisogna capire se siamo davanti a incompetenza o a qualcosa di peggio. Presenteremo un esposto in Procura, perché qualcuno ha comunicato dati sbagliati – parlavano di tre milioni di metri cubi – e quei numeri errati sono stati usati per autorizzare l’acqua all’agricoltura, quando invece era evidente che doveva essere destinata all’uso civile».
Faraone denuncia anche la totale assenza di programmazione: collegamenti tra invasi non completati, pompe arrivate in ritardo, interventi sul Belìce Sinistro mai avviati, pozzi inutilizzati nei comuni più colpiti.
Sammartino incontra i sindaci: “Abbiamo fatto tutto il possibile”
Ieri pomeriggio, a Palazzo d’Orléans, si è tenuta una riunione fiume tra Regione e i sindaci dell’ATI idrico di Trapani. Sul tavolo, la situazione dei comuni alla canna del gas, con turnazioni, rubinetti a secco e autobotti ovunque.
Il vicepresidente della Regione, Luca Sammartino, ha difeso l’operato del governo Schifani:
«La Regione ha fatto tutto ciò che era in suo potere per tamponare e risolvere la crisi. Le misure d’emergenza sono quasi concluse, e stiamo procedendo anche con interventi strutturali. Il collegamento tra la diga Arancio e la Garcia sarà pronto entro 30 giorni».
Al suo fianco, il capo della Protezione Civile regionale, Salvo Cocina, che ha rivendicato i passi avanti:
«Le nostre autobotti hanno risposto a tutti i comuni che ne hanno fatto richiesta. Il collegamento tra Bresciana e Montescuro è completato, e il dissalatore di Trapani è entrato finalmente a pieno regime. Stiamo recuperando ogni goccia possibile».
Una narrazione ottimista, che non convince tutti.
Le opposizioni: “Schifani scarica le colpe, i cittadini restano senz’acqua”
La deputata trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, parla di paradosso e denuncia la mancanza di interventi programmati:
«Oggi la diga Trinità sversa acqua in mare perché i lavori non sono mai stati fatti. E pochi mesi fa, l’acqua potabile della Garcia è stata dirottata nelle campagne, lasciando a secco i cittadini. Schifani continua a negare le responsabilità e a cercare capri espiatori. I siciliani hanno diritto all’acqua, non a volare alto per farsi vedere in elicottero».
Durissimo anche il deputato del PD, Dario Safina, che attacca la norma inserita nella finanziaria regionale che prevede di far pagare ai Comuni ex EAS – e dunque ai cittadini – gli anticipi da 18 milioni a Siciliacque:
«Una norma irresponsabile. I Comuni non possono emettere bollette, lo vietano TAR e Corte Costituzionale. Si rischia di creare solo caos, contenziosi e bilanci paralizzati. I cittadini pagheranno due volte: con le bollette e con il taglio dei servizi essenziali. La Regione scarica i suoi errori su chi non ha strumenti».
Trapani riparte: il dissalatore al massimo e le prime riaperture dell’acqua
Nel frattempo, la città di Trapani prova a uscire dalla fase più dura. Il sindaco Giacomo Tranchida ha comunicato che i rilanci di Bresciana sono stati riattivati e che l’acqua sta riempiendo i serbatoi cittadini.
Il ritorno alla normalità sarà graduale con l'erogazione in centro prevista in queste ore e a Trapani nuova entro venerdì.
Resta attivo il numero di emergenza per le autobotti: 320 4311674.
Il paradosso più grande: piove, ma l’acqua manca
Mentre la Garcia è quasi vuota per errori di calcolo e mancati interventi, la diga Trinità, in pieno autunno piovoso, è costretta a sversare acqua in mare perché i lavori di messa in sicurezza non sono mai stati fatti. Un’occasione sprecata che rischia di compromettere anche la prossima stagione irrigua.
Gli agricoltori parlano di “situazione assurda”, la politica litiga, gli invasi non trattengono l’acqua e la Sicilia occidentale vive una crisi che non dovrebbe esistere.
Una certezza c’è: l’acqua c’è, ma il sistema non è in grado di gestirla. E pagano sempre i cittadini.