Nonostante le piogge abbondanti degli ultimi giorni, alla Diga Trinità si ripete ancora una volta la stessa, identica scena: l’acqua in eccesso viene fatta defluire verso il mare. Un paradosso drammatico per un territorio agricolo che da mesi denuncia il rischio di non avere scorte idriche sufficienti per la prossima stagione irrigua.
Superata la soglia dei 62 metri
Come previsto dalle attuali prescrizioni ministeriali, il livello dell’invaso non può superare quota 62 metri. Una soglia che, come era ampiamente prevedibile dopo le ultime precipitazioni, è stata superata in queste ore. E così, in base alle procedure di sicurezza, l’acqua accumulata viene rilasciata verso il mare, una vera e propria beffa per il comparto agricolo. Gli agricoltori avevano espresso forte preoccupazione già la scorsa settimana (qui l'articolo di TP24), perché il limite imposto dal Ministero delle Infrastrutture non è mai stato innalzato, nonostante da tempo si chieda una modifica temporanea o strutturale della capienza utilizzabile dell'invaso.
Il nodo irrisolto: la manutenzione mai fatta
Il Ministero non concede l’autorizzazione all’innalzamento del livello massimo finché non verranno effettuati i lavori di manutenzione e messa in sicurezza necessari alla diga. Lavori che spettano alla Regione Siciliana. Il problema – denunciano agricoltori e tecnici del territorio – è che quei lavori non sono stati eseguiti, si potevano fare già in primavera e durante tutta l’estate. Mesi nei quali sarebbe stato possibile intervenire senza ostacoli meteorologici, preparando l’infrastruttura all’autunno e all’inverno. Invece, nulla è stato fatto. Il risultato? Adesso, proprio nel momento in cui servirebbe accumulare acqua per la prossima stagione irrigua, la diga è costretta a scaricare risorse preziose direttamente in mare.
Una risorsa naturale sprecata
Il mancato accumulo non è un dettaglio irrilevante: si tratta di acqua dolce, frutto delle piogge delle ultime settimane, fondamentale per l'approvvigionamento irriguo delle aziende dell’intero comprensorio. Una risorsa sempre più rara, che invece viene letteralmente buttata. Gli agricoltori parlano di una situazione “assurda e inaccettabile”, aggravata dall’assenza di interventi programmati per tempo. “Si poteva intervenire già mesi fa – ripetono – e invece siamo qui a guardare l’acqua scorrere via senza poterla utilizzare”.
A rischio la prossima stagione irrigua
Il timore concreto è che, se le piogge invernali non saranno sufficienti (come spesso accade negli ultimi anni), la stagione irrigua 2026 possa aprirsi con un invaso non adeguatamente pieno. Uno scenario che avrebbe ricadute economiche gravissime per agricoltori, imprese e filiera agroalimentare locale.
Negli ultimi anni il problema si ripresenta ciclicamente, tra burocrazia, mancate manutenzioni e rimpalli di responsabilità tra enti. Intanto, però, la diga continua a funzionare a capienza ridotta, e il territorio continua a perdere acqua che potrebbe garantire sicurezza idrica e produttiva.