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29/11/2025 10:00:00

"Stop ai condoni: si deve demolire". Legambiente lancia l’allarme abusivismo

Ripartire dalla legalità, dalla sicurezza dei territori e dalla tutela del paesaggio. È questo il fulcro dell’appello lanciato da Legambiente e Anci Sicilia nel corso del convegno “Lotta all’abusivismo edilizio: una priorità per il Paese”, organizzato al Comune di Carini all’interno della campagna nazionale “Sbilanciamoci” e della “Carovana per un’economia di pace”. L’associazione ambientalista ha presentato una serie di proposte indirizzate al Governo nazionale e alla Regione Siciliana in vista delle manovre finanziarie 2026, chiedendo il rifinanziamento urgente dei fondi per le demolizioni degli immobili abusivi, oggi praticamente azzerati.

 

«Basta condoni: producono nuovo abusivismo»

A Carini – Comune che negli ultimi anni ha demolito oltre 300 case illegali sul litorale – Legambiente ha ribadito un concetto chiave: la stagione dei condoni deve finire. Continuare a evocare sanatorie, ha affermato l’associazione, alimenta l’idea che costruire illegalmente convenga e che, prima o poi, un “perdono” arriverà sempre.

«Una classe politica responsabile deve smettere di inseguire logiche elettorali e deve impegnarsi in un grande piano nazionale di ripristino della legalità», ha sottolineato l’associazione. «Servono risorse e interventi coordinati tra Stato, Regioni, Prefetture e Comuni per demolire gli immobili fuorilegge e restituire bellezza ai territori deturpati da decenni di anarchia urbanistica».

 

Numeri allarmanti: 37 reati edilizi al giorno

Il quadro nazionale è drammatico. L’ultimo Rapporto Ecomafia registra nel 2024 un aumento del 4,7% dei reati del “ciclo illegale del cemento”: cave abusive, lavoro nero, appalti irregolari e, soprattutto, nuove costruzioni illegali. Parliamo di 13.621 reati, pari a 37 al giorno, un terzo di tutti i reati ambientali italiani.

Il nuovo abusivismo è tornato a crescere (+9,1% secondo l’Istat), con un Mezzogiorno definito “insostenibile”: 48 immobili illegali ogni 100 costruiti in regola.

Il vero nodo, però, restano le demolizioni: nelle cinque regioni più colpite– Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia – solo il 15% delle ordinanze di abbattimento emesse dal 2004 al 2022 è stato eseguito.
In Sicilia il dato sale al 19,2%, ma rimane comunque molto basso.

 

Castronovo (Legambiente): «Comuni più rigorosi, Regione e Stato mettano le risorse»

«Il fenomeno si combatte solo con una piena collaborazione istituzionale», ha dichiarato Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia. «I Comuni devono procedere con determinazione, ma Regione e Stato devono garantire i fondi necessari. Con Anci Sicilia abbiamo fatto appello ai deputati regionali perché rifinanzino il Fondo per le demolizioni. Ora servono fatti».

 

Il blocco dell’art. 10bis e il ruolo delle Prefetture

Legambiente ha chiesto inoltre al Parlamento di risolvere il blocco interpretativo dell’art. 10bis della Legge 120/2020, che dovrebbe consentire allo Stato – attraverso le Prefetture – di intervenire nelle demolizioni quando i Comuni restano inattivi, soprattutto per i vecchi abusi mai abbattuti. Una circolare ministeriale ne ha però ristretto l’applicazione, di fatto paralizzandolo.

 

Monteleone (sindaco di Carini): «Quarant’anni di condoni hanno devastato i territori»

Il sindaco di Carini, GioVì Monteleone, ha criticato l’ipotesi di un nuovo condono edilizio da parte del governo nazionale: «La sola idea incoraggia l’abusivismo. Gli effetti dei condoni del passato sono sotto gli occhi di tutti: territori fragili, mancanza di urbanizzazioni adeguate, difficoltà per i Comuni nel rendere vivibili interi quartieri sorti illegalmente».

Le richieste economiche al Governo e alla Regione

Legambiente propone: 100 milioni di euro per rifinanziare il Fondo di rotazione per la demolizione delle opere abusive della Cassa Depositi e Prestiti. 50 milioni di euro l’anno dal 2026 al 2028 per il fondo del MIT destinato alle demolizioni. Estensione dell’accesso ai fondi anche a Prefetture, Procure e Procure generali, oltre ai Comuni.

  • Per la Sicilia: 5 milioni di euro nel bilancio 2026 per il Fondo regionale di rotazione, sufficienti per demolire circa 180 immobili.