Quello che è certo è che le opposizioni, a Castelvetrano, hanno trovato un fronte comune che funziona. Un fronte comune strategico, perché calibrato su un nervo scoperto dei cittadini: la TARI.
È infatti questo il tema del primo, e finora unico in programma, incontro pubblico organizzato da Obiettivo Città, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico che insieme hanno detto no al nuovo Piano Rifiuti dell’Amministrazione Lentini.
Del resto, che il piano rifiuti diventasse un punto programmatico forte dell’opposizione era prevedibile. Come spiega Monica Di Bella, consigliera del PD, «la tariffa dei rifiuti è l’unica che si può davvero modulare sulle nostre esigenze». Ed è anche l’unica che, da dieci anni, resta al massimo delle aliquote.
Il voto contrario al piano settennale
Le critiche all’amministrazione riguardano, prima di tutto, il nuovo appalto di sette anni predisposto dall’amministrazione in accordo con SRR Trapani Sud. Un piano che, secondo l’opposizione, ricalca in tutto e per tutto l’attuale gestione di Sager. Con un'importante differenza, perché nel nuovo bando mancano tre servizi (diserbo, derattizzazione e disinfestazione) che il Comune dovrà pagare a parte. Per i cittadini, sostiene l’opposizione, questo significa stessi costi di TARI ma meno servizi a disposizione.
Al centro del dissenso c’è però anche la scelta di mantenere la raccolta porta a porta, ovvero il metodo più costoso per le casse comunali.
Una scelta che, secondo PD, M5S e Obiettivo Città, non premia i cittadini né valorizza la crescita culturale degli ultimi anni. «In questi anni siamo passati dal 30% a quasi il 90%. L’evoluzione culturale c’è stata, e i castelvetranesi vanno premiati». Premiati, ovviamente, con la riduzione della TARI.
I dubbi non mancano però nemmeno sulla futura TARIP, la tariffa basata sulla quantità effettiva di rifiuti prodotti. Secondo l’opposizione – che su questo ha interrogato gli Uffici tecnici – a Castelvetrano non potrà partire prima di cinque anni. Cinque anni in cui il Comune dovrà acquistare nuovi mastelli con codice a barre, gestire condomìni e utenze “fantasma” e fare i conti con il rischio di nuove forme di evasione. Per l’opposizione, la TARIP oggi significa più costi e meno servizi per i cittadini.
Il nodo politico è far pagare di meno
La proposta alternativa punta quindi su due direttrici: la riduzione del porta a porta (da estendere solo ai soggetti fragili e ai rifiuti organici) e la creazione di quattro centri di raccolta (di cui due nelle borgate di Selinunte e Triscina), dove i cittadini possano conferire plastica, vetro, carta e cartone e ricevere così uno sconto in bolletta, in base al peso dei rifiuti.
Un sistema che – nelle intenzioni – creerebbe un «circolo virtuoso» basato sulla responsabilizzazione dei cittadini. Che sono già pronti, spiegano, a un’impostazione più autonoma della raccolta rifiuti.
Ma è qui che il discorso tecnico lascia spazio alla politica. Perché al centro delle preoccupazioni dell’opposizione non c’è solo la struttura del servizio, ma soprattutto l’impatto economico sulle famiglie.
La questione diventa ancora più complessa se si considera il bonus TARI introdotto dal Governo per le famiglie con ISEE sotto i 9.500 euro. Un aiuto necessario, che però riduce le entrate del Comune e – secondo l’opposizione – rischia di produrre un effetto collaterale, ovvero un aumento per tutti gli altri utenti.
È su questo punto insiste Enza Viola, consigliera di Obiettivo Città. «Chi pagherà questo ammanco? Quelli che già pagano». Ed è questo il nodo politico che regge l’intero fronte d’opposizione. Che parla direttamente alla pancia della gente, e fa leva su una preoccupazione diffusa in città, cioè proprio l’aumento della TARI.
L’opposizione, che parla di visione (“Ricicliamo, riduciamo, rigeneriamo” è lo slogan di questo incontro) punta quindi su una scelta ultrapopolare: la prospettiva di pagare di meno.
Una prospettiva che funziona sul piano del consenso, ma che apre un problema evidente: se già oggi, con il «porta a porta spinto», le periferie di Castelvetrano sono piene di rifiuti abbandonati, ridurre ulteriormente il servizio potrebbe aggravare la situazione.
Ma il fronte dell’opposizione è solido, perché – in fin dei conti – ha compreso una verità vecchia come il mondo: il cittadino (castelvetranese) vota con il portafoglio.
Daria Costanzo