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30/11/2025 06:00:00

L'acqua che manca nella Sicilia che premia se stessa

La Regione che premia il presidente della Regione.
Questa, davvero, non si era ancora vista.
Ma è accaduto, in Sicilia, dove la realtà supera costantemente la satira, e dove l’autoreferenzialità ha ormai sostituito la politica.

Ad Agrigento, Capitale italiana della Cultura 2025, è andato in scena un piccolo capolavoro di surrealismo amministrativo: la prima edizione del premio “Custode dell’Ambiente”, istituito dall’assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente – cioè dalla stessa Regione – in collaborazione con Arpa Sicilia.
E chi poteva vincerlo, se non il Presidente della Regione stessa?
Renato Schifani, naturalmente, proclamato “Ambasciatore dell’Ambiente 2025”.

Sì: la Regione Siciliana ha premiato il proprio capo per aver sostenuto “un nuovo modello di gestione dei rifiuti”, cioè la costruzione dei termovalorizzatori di Palermo e Catania.
Un po’ come se l’arbitro si desse da solo il Pallone d’Oro.

Nella motivazione si legge che Schifani è stato insignito per la sua “visione e coraggio” nella lotta alla siccità, e per il “piano innovativo” sui dissalatori e il riutilizzo delle acque reflue.
Parole solenni che riecheggiano in una Sicilia che, però, annega letteralmente nella propria sete.

Perché mentre ad Agrigento si applaudiva il “Custode dell’Ambiente”, a pochi chilometri da lì l’acqua non arriva nei rubinetti.
La diga Garcia, dedicata al giornalista Mario Francese, si è prosciugata per un errore di calcolo: la Regione aveva stimato 3 milioni di metri cubi d’acqua, ma in realtà erano poco più di mezzo milione.
«Si pensava bastasse fino a febbraio, invece finisce a Natale», ha ammesso la cabina di regia regionale.
Un lapsus idrico che non avrebbe sfigurato in un film di Totò e Peppino.

Il risultato è che l’acqua, nell’entroterra, viene ormai razionata. In molti Comuni la portata è stata dimezzata, altrove arrivano autobotti della Protezione Civile.
Sì, il dissalatore funziona, ma l’acqua prodotta costa da 2 a 3 euro al metro cubo. Quella dei pozzi costa dieci centesimi.
L’emergenza ambientale, in Sicilia, si misura anche così: con la matematica che non torna.

Eppure la Regione trova il tempo – e i fondi – per autocelebrarsi.
Per il premio “Custode dell’Ambiente” sono stati stanziati quasi 120 mila euro di denaro pubblico: 115.085,48 per la precisione.
Il Movimento 5 Stelle ha già annunciato un esposto alla Corte dei Conti per possibile danno erariale.
I soldi, infatti, sono finiti alla società di Barbara Mirabella, ex assessora di Fratelli d’Italia e candidata alle regionali, che ha curato l’organizzazione.
Gran finale: cena di gala al resort a cinque stelle Villa Athena, con inviti spediti a tutti i deputati dell’Ars.
Tutti, tranne i grillini, che hanno declinato.

C’è del metodo in questa follia.
In un’isola devastata da incendi, discariche sature e case abusive, la Regione sceglie di autocelebrarsi.
Un premio all’ambiente nel luogo dove la pioggia è un problema e la siccità pure, dove si progettano termovalorizzatori senza aver mai risolto la raccolta differenziata, e dove la Corte Costituzionale ha appena dovuto ricordare che è vietato costruire entro 150 metri dal mare.

Si contano circa 200 mila case abusive sul mare siciliano.
E il governo regionale, fino a ieri, tentava di salvarle con una nuova sanatoria, bocciata dai giudici costituzionali.
La Corte, in sostanza, ha ribadito un principio semplice: la tutela ambientale non è un premio da consegnare, ma un dovere da rispettare.

Eppure, nell’isola dove tutto diventa rappresentazione, anche l’ambiente ha il suo red carpet.
Il disastro idrico, le reti colabrodo, le case abusive, i rifiuti che bruciano: tutto sparisce sotto la targa lucida consegnata al “Custode dell’Ambiente”.

Pirandello avrebbe sorriso, Ionesco avrebbe preso appunti.
E noi, forse, dovremmo solo chiederci una cosa: in una terra dove piove e manca l’acqua, dove la Regione si premia da sola e sbaglia i conti delle dighe, davvero serve un nuovo ambasciatore dell’ambiente?

O basterebbe qualcuno che, finalmente, impari a contare?