La Sicilia si conferma nel 2025 la regione più colpita dagli incendi. Secondo i dati di Legambiente, da gennaio a metà ottobre sono andati in fumo circa 49.000 ettari in 606 roghi, più della metà dei 94.070 ettari bruciati in tutta Italia. Un bilancio pesante che si traduce in versanti colpiti più volte, perdita di biodiversità e territori rurali messi sotto forte pressione.
È in questo contesto che il 3 dicembre, alle 16.00, a Palazzo Bonocore, si terrà la conferenza conclusiva del progetto “Osservatorio Incendi”, promosso dall’associazione Fenice Verde e finanziato dal Sicily Environment Fund. L’iniziativa, nata come osservatorio cittadino sul Catasto Incendi, chiude la fase pilota e si prepara a un’estensione su scala regionale, con una collaborazione più strutturata tra istituzioni, associazioni e reti di guardiania del territorio.
All’incontro interverranno, tra gli altri, Giovanni Tarantino (Fenice Verde), Gaia Agnello (Sicily Environment Fund), rappresentanti dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente e della Protezione Civile, il professor Tommaso La Mantia dell’Università di Palermo e il deputato regionale Giovanni Lupo.
Un catasto spesso in ritardo
La Legge 353/2000 prevede il catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco come strumento per regolare i divieti post-incendio e prevenire abusi, ma la sua applicazione in Sicilia rimane critica: documenti pubblicati in ritardo, formati difficili da consultare, scarsa accessibilità per i cittadini. Nel 2023 la Regione ha nominato commissari ad acta in 147 Comuni inadempienti, oltre un terzo dei municipi siciliani.
Una piattaforma civica per leggere gli incendi
L’Osservatorio Incendi ha mostrato che il Catasto può diventare un’infrastruttura trasparente e partecipata: una piattaforma digitale che permette ai Comuni di pubblicare catasti provvisori online, ai cittadini di inviare segnalazioni georeferenziate e alle associazioni di monitorare gli usi del suolo dopo il fuoco.
Nei Comuni pilota di Carlentini e San Mauro Castelverde sono stati pubblicati i primi catasti digitali, mentre in cinque mesi sono arrivate 122 segnalazioni di incendi e potenziali inneschi, validate da un team tecnico prima della pubblicazione.
Una rete regionale per la prevenzione
Accanto alla piattaforma è nata una rete siciliana di associazioni impegnate nella lotta agli incendi. Gli incontri del 17 maggio e del 31 luglio hanno raccolto richieste comuni: più prevenzione, un utilizzo pieno e trasparente del Catasto Incendi e protocolli di collaborazione stabili tra Regione, Protezione Civile e società civile per contrastare anche le derive criminali legate ai roghi.
Il progetto, che integra citizen science, dati ufficiali e rilevazioni satellitari, è entrato nella Rete Europea di Citizen Science e nel network Citi-Obs. Il caso siciliano sarà presentato nel 2026 alla Conferenza Europea di Oulu.
Le proposte sul tavolo
Durante la conferenza del 3 dicembre saranno discusse alcune priorità: digitalizzazione completa dei catasti comunali; interoperabilità con il Sistema Informativo Forestale regionale; una piattaforma pubblica centrale con mappe georeferenziate aggiornate; procedure più semplici per le osservazioni dei cittadini.
Obiettivo: portare il Catasto Incendi “fuori dai cassetti”, trasformandolo in uno strumento di pianificazione e prevenzione, non solo di repressione.
Nasce FireFree, la piattaforma partecipativa
L’incontro sarà anche l’occasione per il lancio di FireFree (firefree.it): una piattaforma che raccoglierà contributi di cittadini, tecnici, associazioni e ricercatori per tradurre dati e criticità in proposte legislative sul contrasto agli incendi boschivi.
Un passaggio dalla sperimentazione sul campo alla costruzione di una base di evidenze per supportare le scelte politiche regionali.