Seduta consiliare ad alta tensione, ad Erice. I consiglieri di opposizione intervengono con una nota contro la maggioranza, colpevole – a loro dire – di avere approvato “l’ennesimo aumento delle tariffe della funivia” senza adeguata documentazione né un’analisi sugli effetti economici e turistici della scelta.
“Una decisione presa con leggerezza, senza considerare le ricadute su un settore turistico già in sofferenza”, scrivono i rappresentanti di minoranza, che parlano di “affronto al Consiglio” e di “errore strategico per il futuro di Erice”.
Al centro della polemica c’è l’aumento del biglietto A/R per i non residenti in Sicilia: da 11 a 15 euro, il secondo rincaro in poco più di un anno. Nel 2023, infatti, la tariffa era già stata portata da 9,50 a 11 euro. Una progressione che, secondo l’opposizione, non ha prodotto alcun beneficio, “ma solo una diminuzione dei passeggeri e quindi dei turisti diretti ad Erice”.
La scelta, sostengono, appare come “un tentativo di risanare le casse di Funierice”, azienda che negli ultimi anni – denunciano – “ha sostenuto spese folli, mentre all’aumento delle tariffe non corrisponde alcun ampliamento dei servizi”.
Un rincaro che pesa soprattutto sulle famiglie: una famiglia di quattro persone, ora, dovrà pagare almeno 60 euro solo per la funivia. “Un costo che rischia di allontanare i visitatori – affermano i consiglieri – favorendo l’alternativa dell’auto, certamente più conveniente”.
Toni accesi anche sul piano politico. L’opposizione chiama in causa il consigliere Piero Spina, accusandolo di assenze “frequenti e non più tollerabili”, che nei fatti avrebbero
favorito la maggioranza. “Se ieri fosse stato presente – attaccano – l’aumento si sarebbe potuto evitare.
È necessario che chiarisca il suo ruolo: da battitore libero è diventato stampella della maggioranza?”. Una richiesta netta: “Nel prossimo Consiglio ci aspettiamo risposte chiare, soprattutto in vista delle battaglie su Asacom e Funierice”.