Intervento dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Trapani in un bar di Campobello di Mazara, dove un controllo congiunto con la Stazione Carabinieri del territorio ha portato alla scoperta di gravi irregolarità in materia di sicurezza e tutela del lavoro. Il titolare è stato denunciato e per l’attività è scattato il provvedimento di sospensione.
Secondo quanto accertato dai Carabinieri, all’interno dell’esercizio erano impiegati quattro lavoratori in nero e quattro assunti in maniera irregolare, su un totale di dieci dipendenti. Tutti erano privi delle tutele previste in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Una condizione che, da sola, ha fatto scattare la sospensione dell’attività imprenditoriale.
Durante l’ispezione è stata inoltre riscontrata la presenza di un sistema di videosorveglianza installato senza le necessarie autorizzazioni, ulteriore violazione che si aggiunge al quadro già compromesso.
Complessivamente, al termine delle verifiche, i Carabinieri del NIL hanno irrogato sanzioni amministrative e penali per circa 100 mila euro.
L’attività resta sospesa fino al ripristino delle condizioni di legge e alla regolarizzazione dei lavoratori.
“Siamo amareggiati ma, purtroppo, non stupiti, dell’ennesima attività commerciale che esercita attività senza applicare i contratti di lavoro e le norme sulla sicurezza. Dietro ai banconi dei bar si nascondono lavoratori spesso invisibili, senza diritti, senza tutele e privati delle norme sulla sicurezza. Una situazione di illegalità intollerabile che va fatta emergere e contrastata”. Il segretario provinciale della Filcams Cgil Giovanni Amato interviene sui controlli dei carabinieri che hanno portato alla scoperta, in un bar di Campobello di Mazara, di otto lavoratori, su dieci, in nero o irregolari e senza l’applicazione delle norme sulla sicurezza.
“L’attività di controllo - dice il segretario Amato - è indispensabile in un settore, quale è quello della ristorazione, del turismo e dei servizi a essi connessi, fortemente permeato dal lavoro sommerso, nero, irregolare e da una complessiva illegalità. Noi non arretreremo di un passo nella nostra attività, continuando a chiedere alle lavoratrici e ai lavoratori di denunciare lo sfruttamento e di rivolgersi al sindacato per fare valere il rispetto dei loro diritti, non sottostando al ricatto di un lavoro senza tutele. Alle associazioni datoriali diciamo, di contro, di applicare i contratti e le norme sulla sicurezza per garantire sviluppo e occupazione attraverso il rispetto delle norme e, soprattutto, della legalità”.