Gentilissimo Direttore di TP24,
Sono Salvatore Aliberti, da Trento, con genitori ed antenati trapanesi. Seppur non abbia mai vissuto a Trapani, ho imparato ad amare questa splendida città sia attraverso i fervidi racconti di mia nonna materna, Maria Antonia Strazzera, classe 1902, che mi ha fatto vivere come se fossi presente la Trapani dagli anni '10 agli anni '60 del secolo scorso, sia per la frequenza con i miei parenti, tanto cari al mio cuore, che ancora vi abitano.
Per questo motivo, vivo, seppur fisicamente distante, con vicinanza emotiva le vicende trapanesi, anche con la lente della mentalità e dell'esperienza del Trentinoo, terra in cui vivo ormai da quasi quarant'anni, dove ho avuto anche l'opportunità di servire come consigliere comunale di Trento per due consiliature. La mia esperienza politica si è svolta nel partito “Unione per il Trentino” sia per la mia concezione politica federalista vera (come sviluppatasi nell'esperienza svizzera, tedesca e statunitense e non secondo lo pseudo federalismo calato dall'alto), per cui i processi unitari e di vero governo democratico non possono essere calati dall'alto, ma devono partire dal basso e determinati dal popolo, sia per dare, io siciliano, ai trentini un messaggio di volontà di integrazione nel tessuto culturale e sociale nella terra trentina dove mi trovo a vivere e ad operare.
Da dette due premesse, conseguono due valori tanto cari a me: l'identità e l'autonomia del territorio, valori che le terre del Trentino e della Sicilia condividono, essendo due delle cinque autonomie speciali italiane.
Sotto il primo profilo, l'identità storica trapanese è un bene prezioso da scoprire e da difendere. Sia la valorizzazione dei racconti dei nostri antenati, sia la ricerca genealogica rappresentano le modalità necessarie per recuperare la nostra identità. In concreto, è doveroso segnalare l'attività svolta da almeno due decenni del dott. Rosario Salone Matera che ha fotografato con pazienza e cura certosine i documenti parrocchiali e dello Stato civile, ricostruendo poi centinaia di rami genealogici trapanesi, diventando punto di riferimento anche per i trapanesi lontani, tra cui il sottoscritto. Senza l'azione di questo grande uomo trapanese, si sarebbe persa molta della nostra identità e a lui vanno tributati sia grande onore, sia sincera e calorosa gratitudine.
Sotto il secondo profilo, quello dell'autonomia, ne deriva concretamente che i progetti territoriali devono partire dal basso e dal territorio e crescere gradualmente senza exploit improvvisi ed immediati che, senza basi solide, portano inevitabilmente e puntualmente al declino ed al fallimento altrettanto repentini come lo sono stati i successi iniziali. Questa è la lezione che ho appreso dall'esperienza socio-politica trentina; peraltro confidare in "Mandrake forestieri" è pericoloso, in quanto, non conoscendone bene l'effettiva consistenza e qualità, si rischia di replicare il triste fenomeno pendolare del binomio "illusione-delusione" che la collettività trapanese spesso ha conosciuto e subito.
Voglio augurare con tutto il mio cuore ai miei cari trapanesi tanta serenità ed il desiderio di costruire progetti made in Trapani con grandi senso di identità territoriale e spirito di autonomia e indipendenza da “maestri forestieri”, consapevoli che Trapani come ambiente naturale ed umano sa emozionare ed è meravigliosa per la sua specificità, difetti compresi, perché non esiste territorio che non abbia difetti, compresa Trento, la città in cui vivo che viene collocata in cima alle classifiche della qualità della vita.
Un abbraccio collettivo e auguri di "tanti cosi boni" a tutti i trapanesi da
Salvatore (Turiddu) Aliberti