Tra corde, visioni e silenzi che parlano. Con Cordofonie di Pace, già dal 20 novembre sulle piattaforme digitali, Ugo Gangheri firma il suo ritorno discografico più maturo e meditativo. Un lavoro che non si limita a proseguire il percorso inaugurato con Un Biplano a Sei Corde, ma che lo espande, lo approfondisce, lo porta in territori nuovi. Accanto a lui c’è la sensibilità raffinata e sperimentale di Ernesto Nobili, chitarrista, produttore e architetto di suoni capace di trasformare ogni accordo in una visione.
Il risultato è un album interamente strumentale che parla senza parole — o meglio, che parla attraverso un linguaggio fatto di corde, vibrazioni, pause dense, immagini che emergono in trasparenza. Un disco che, come suggerisce il titolo, invita alla quiete, alla ricerca, alla riconnessione con ciò che resta essenziale.
Una geografia dell’anima
Le chitarre acustiche ed elettriche sono le vere protagoniste, ma ciò che colpisce è il respiro complessivo del progetto: Cordofonie di Pace si muove come una mappa emotiva, un viaggio interiore che si apre brano dopo brano.
La musica scorre con un’intensità che non alza mai la voce, e proprio per questo cattura: è un’indie mistico, essenziale, che ricorda colonne sonore sospese tra sogno e movimento.
Non c’è intenzione descrittiva, ma evocazione: ogni traccia è una finestra su un altrove. Paesaggi interiori, cammini lenti, stati di quiete abitati da immagini.
Un ensemble che amplia l’orizzonte
Ad arricchire il progetto, un parterre di musicisti ospiti che portano colori, tradizioni e strumenti provenienti da mondi diversi, contribuendo a quell’atmosfera nomade, quasi rituale, che caratterizza il disco.
Tra questi: Michele Signore – lira pontiaca, Mario Crispi – duduk, Carletto Di Gennaro – tamburi, Francesco Di Cristofaro – bansuri, Massimo D’Avanzo – kemenche, Edmondo Romano – chalumeau, Giosi Cincotti – pianoforte, Antonio Fraioli – violino.
Un ensemble che non accompagna: dialoga. Ogni strumento è un frammento di mondo che si avvicina alle corde di Gangheri e Nobili, fino a creare un affresco musicale che ha il passo dell’incanto.
Gangheri, artigiano del suono
Questo nuovo lavoro conferma Gangheri come uno dei più autentici artigiani del suono della scena indipendente.
La sua scrittura — già apprezzata nei tre album in napoletano e nel precedente strumentale — mantiene una coerenza rara: tradizione e modernità si intrecciano senza fratture, con una poetica che resta sempre personale.
Gangheri non pensa la musica come prodotto ma come viaggio, come narrazione, come gesto artigiano. E in questo disco l’artigianato si fa profondità: ogni suono è scolpito, ogni atmosfera è costruita con cura millimetrica.
Un percorso artistico fatto di coerenza e visione
Napoletano, compositore, musicista e autore, Gangheri porta con sé un bagaglio di esperienze che hanno scolpito la sua identità artistica.
Da oltre venticinque anni al fianco di Giobbe Covatta, ha scritto musiche anche per spettacoli di Enzo Iacchetti, Salvatore Sarcinelli, Francesco Paolantoni, Sasà Friscia e molti altri. Ha all’attivo quattro album: Cca' nun ce stanno liune (2009) - L'ammore & l'arraggia (2012) - ’A via d’‘o tiempo (2016) - Un biplano a sei corde (2019)
Le sue produzioni discografiche hanno sempre avuto una forte dimensione etica: i proventi sono stati destinati ad Amref Italia, a un orfanotrofio in Kenya e ad associazioni che si occupano di animali randagi.
La critica ha spesso sottolineato la raffinatezza della sua scrittura, la capacità di tenere insieme radici e contemporaneità, intimità e respiro narrativo.
La pace come vibrazione
Cordofonie di Pace non è un disco “pacifista” in senso diretto. È qualcosa di più sottile: una pratica di pace attraverso il suono. Un invito a fermarsi, ad ascoltare, a riconnettersi. In un tempo in cui tutto tende al rumore, Gangheri e Nobili scelgono la via del dettaglio, dell’essenziale, del sussurro. È musica che non urla per farsi sentire, ma vibra. E nella vibrazione trova un modo nuovo di parlare al mondo. www.ugogangheri.com