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20/12/2025 06:00:00

Sanità in Sicilia. Il caso dei medici spostati in ufficio con stipendi triplicati

Ismaele La Vardera, Controcorrente, ha scoperchiato il vaso, l’ennesimo.


Ci sono medici, parenti di politici, che sono stati assunti come burocrati negli uffici regionali e tolti alle corsie di ospedali, con aumento anche dello stipendio. Un altro scempio che riguarda la Sanità.
 

Lo aveva annunciato in Aula qualche giorno fa: “Cari amici ne ho scoperta un’altra, una porcheria  che grida vendetta, una lista della vergogna di medici tolti dalla trincea e spostati negli uffici dell’assessorato con stipendi per alcuni da 2 mila euro a 9 mila euro al mese. In aula ho fatto nomi e cognomi, mettendomi contro potenti dirigenti e persino contro il sindaco di Palermo, infatti la moglie di Lagalla rientra in questa lista. In aula è calato il silenzio, in tanti sapevano ma nessuno aveva avuto il coraggio di fare nomi e cognomi in aula. Capite i tasti che sto toccando? Capite il livello di interessi? Solidarietà piena a tutti quei medici che non hanno santi in paradiso e che ogni giorno sono in trincea a fare quello per cui hanno studiato: salvare vite senza scorciatoie l indigniamoci insieme io sto combattendo anche per voi”. Sulla questione Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia, ha deciso di farci una commissione d’inchiesta. Peraltro ci sono stati già i tentativi di stabilizzazione 
Si tratta di personale assunto con un contratto in scadenza il 31 dicembre, solamente 16 tra collaboratori e assistenti amministrativi potranno essere inquadrati come funzionari,  con procedura selettiva.
I 26 dirigenti, invece, che pesano sulla Regione fino a 190 mila euro l’anno lordi ciascuno, la legge non prevede alcuna corsia preferenziale. Tra i trapanesi a finire fuori ci sarà anche Franco Regina.

 

 

 

La posizione di La Vardera
Il deputato ha assunto una posizione chiara sulla Finanziaria: “Ho depositato 465 emendamenti soppressivi da solo.  Ricordo che Controcorrente ha solo un deputato, che  prova a fare un lavoro per 10. I 465 emendamenti mandano un messaggio chiaro: dire chiaramente che questa manovra, così com’è, non va bene. Ma non mi sono fermato al “no”. Ho presentato 8 importanti emendamenti aggiuntivi, tutti a costo zero, perché la politica serve a proporre soluzioni, non solo a denunciare. Ve li spiego in modo semplice, come meritano i cittadini: soldi pubblici solo a chi è pulito. Propongo una regola chiarissima: chi chiede contributi, finanziamenti o agevolazioni pubblici deve essere in regola con l’antimafia. Se perdi i requisiti, perdi i soldi. Fine dei giochi. Niente scorciatoie, niente furbate”.


La Vardera indica gli altri punti: “Secondo: basta far cassa sulla pelle dei cittadini, anche sui cani,  non è una battuta. Ho chiesto, infatti, di abolire il contributo che la Regione fa pagare per registrare un cane, con cifre che arrivano fino a 80 euro per le cucciolate. Una tassa inutile e ingiusta. Chi ama gli animali non deve essere penalizzato. Terzo: i beni della Regione non sono terra di nessuno. Nessuna concessione, nessun bene pubblico, nessun affidamento a chi non ha certificazione antimafia. E se arriva un’interdittiva? Revoca immediata, anche per concessioni già in corso. La Regione deve essere più forte delle mafie, non più lenta. Quarto: stop alle consulenze legali d’oro. Le società partecipate regionali devono usare prima i propri legali interni. Basta incarichi esterni dati senza motivo. Prima si valorizza chi già lavora dentro, poi, solo se serve davvero, si va fuori. Così si risparmia e si lavora meglio. Quinto: i parchi archeologici ai veri archeologi. Può sembrare ovvio, ma in Sicilia non lo è. Spesso vengono gestiti da agronomi…
 

Ho chiesto che a dirigere i parchi archeologici siano solo archeologi con esperienza vera. Il nostro patrimonio culturale non è un premio di consolazione per la politica”.
E non finisce qui: “ Sesto: più autonomia alle isole minori. Ho proposto di permettere la nascita di nuovi Comuni nelle isole minori anche se hanno pochi abitanti. Perché vivere su un’isola non può essere una condanna burocratica. Settimo: spiagge davvero libere. Almeno dieci metri di arenile libero dalla battigia, anche dove le concessioni sono già state prorogate. Il mare è di tutti, non di pochi.


Sono emendamenti di buon senso, a costo zero, che difendono legalità, diritti e interesse pubblico.
Oltre ad una ventina di proposte operative firmate con tutti i gruppi di opposizione su diversi temi vitali per la nostra regione. Ora la palla è nel campo di Schifani e della sua maggioranza.
Se hanno il coraggio di dire che governano per i siciliani, lo dimostrino approvando queste proposte. Anche se arrivano dall’opposizione. Io continuo a fare quello che ho promesso ai siciliani. Controllare, denunciare e proporre, senza fare sconti a nessuno, perché abbiamo le idee chiare su come uscire da questo pantano fangoso”.