×
 
 
23/12/2025 00:00:00

Dalla provincia di Trapani centinaia di letterine per Babbo Natale

Non solo giochi e regali: i bambini del Trapanese chiedono pace, salute e amicizia. Tra le buste dirette al Polo Nord anche riflessioni sulla guerra, sull’ambiente e sulla violenza. C’è una tradizione che resiste al tempo, ai cambiamenti sociali e persino alle guerre. È quella delle letterine a Babbo Natale, che anche quest’anno tornano a riempire cassette postali e uffici di Poste Italiane.

 

In provincia di Trapani sono centinaia le missive partite in questi giorni verso il Polo Nord: fogli colorati, scritti a penna, che raccontano sogni, paure e desideri dei più piccoli. Le letterine, consegnate ai portalettere o imbucate nelle cassette rosse, non parlano solo di giochi e regali. Dai testi emerge una sensibilità sorprendente: pace, salute per i familiari, tutela dell’ambiente, a partire dalle strade del proprio quartiere, e diritto allo studio per tutti i bambini.

 

Quest’anno, tra i temi ricorrenti, compaiono anche la violenza e i femminicidi, segno di come l’attualità, anche nei suoi aspetti più drammatici, venga osservata e interiorizzata dai più piccoli. Riflessioni che chiamano in causa il mondo degli adulti e che non possono passare inosservate.

C’è poi chi affida a Babbo Natale desideri più intimi e personali. Come Marisol, che nella sua lettera rinuncia ai doni materiali per chiedere qualcosa di più prezioso:
“Caro Babbo Natale, fai in modo che la mia migliore amica non se ne vada mai, perché è il regalo più bello che la vita potesse farmi”.

 

E c’è anche Delia, che dopo una lunga lista di giochi, trucchi e vestiti per sé e per le sue bambole, trova spazio per un pensiero più grande di lei: un po’ di pace nei luoghi del mondo dove manca, soprattutto per i bambini.

Le buste multicolori continuano così ad arrivare numerose, anno dopo anno, a dimostrazione che l’amore per la scrittura non è affatto tramontato tra le nuove generazioni.

Scrivere a Babbo Natale resta uno dei momenti più belli del Natale: un rito che custodisce desideri sinceri, spesso legati all’attualità e al contesto urbano in cui i bambini vivono, e che conferma la loro straordinaria capacità di osservare e interpretare il mondo, anche quando fa male.