Venerdì sera, a conclusione del congresso comunale di Trapani di Fratelli d’Italia, si è tenuta una cena. Una cena che in molti definiscono di beneficenza, ma che aveva anche uno scopo politico ben preciso: favorire l’incontro tra Nicola Fici, candidato sindaco a Marsala, e il commissario regionale del partito, Luca Sbardella.
L’incontro c’è stato e, secondo quanto trapela, Fratelli d’Italia sarebbe intenzionata a chiudere su Fici, quasi per esasperazione. Da settimane il telefono di Sbardella è tempestato di chiamate a sostegno della candidatura di Fici da parte degli alleati. Allo stesso tempo, però, non mancano le pressioni in senso opposto, con chi continua a sottolineare come Fici provenga da un mondo identitario sì, ma di sinistra, lontano dalla storia e dalla cultura politica di Fratelli d’Italia.
A confermare questa ambiguità è il fatto che molti sostenitori di Fici lo dicano senza mezzi termini: o il candidato è lui, oppure si va ad appoggiare Andreana Patti. Una posizione che dimostra come in quel progetto di centrodestra ci sia ben poco di organico, forse solo i segretari provinciali. Gli stessi supporter che sostengono di poter vincere anche con un progetto esclusivamente civico, salvo poi implorare l’intervento e la convergenza dei partiti su Fici.
È evidente che Fratelli d’Italia non possa assumersi la responsabilità di spaccare il centrodestra. Mimmo Turano, Eleonora Lo Curto, Toni Scilla e Giacomo Scala sono convintamente schierati a favore della candidatura di Fici. In questo scenario, però, a rischiare di più sono i consiglieri meloniani uscenti, che in questi anni hanno messo la faccia nelle istituzioni. Il tempo stringe e la campagna elettorale ha bisogno di partire, soprattutto sui programmi.
Il ruolo di Grillo
Il sindaco uscente è convinto, legittimamente, di potersi ricandidare, ma deve fare i conti con ostacoli enormi: i partiti di centrodestra non lo vogliono più. È una storia ormai chiusa. Quello che dovrebbe iniziare a valutare, invece, è un passo indietro ragionato. Un passo che non lo delegittimerebbe politicamente, ma che potrebbe collocarlo in una posizione diversa, di supporto e di ricollocamento politico: fare un passo indietro per consentirne altri in avanti a chi lo ha sostenuto finora.
Questo toglierebbe dall’imbarazzo anche il deputato Stefano Pellegrino, che oggi è l’unico esponente di centrodestra a non essersi schierato con Fici. Pellegrino osserva a distanza e, pur mantenendo qualche canale di dialogo, non appare convinto di quella candidatura.
La novità nel campo di Grillo si chiama Decio Terrana e Lorenzo Cesa, rispettivamente coordinatore regionale e nazionale dell’Udc, insieme al nuovo coordinatore provinciale di Trapani, Franco Regina, noto per aver organizzato un pranzo “nella casa di campagna” insieme a Totò Cuffaro. L’Udc porta con sé anche Pino Ferrantelli e Gaspare Di Girolamo, entrambi esuli della Dc cuffariana.
Sono le mosse di Grillo, che in politica non è certo un neofita e sa bene quali tasti premere. Ma questa volta le difficoltà sono evidenti: i partiti strutturati mancano, restano sigle che devono ancora costruire una reale presenza sui territori.
Sturiano
Enzo Sturiano dovrà decidere a breve. Il presidente del Consiglio comunale non può permettersi ulteriori attese. A margine, vale la pena ricordare come i consiglieri, così innamorati del bene comune, abbiano deciso di tenere consiglio comunale e commissioni fino a fine anno: sia mai perdere un gettone.
Sturiano potrebbe anche scegliere di candidarsi a sindaco, rompendo definitivamente con l’amministrazione Grillo e senza convergere su Fici. La pausa natalizia servirà a una riflessione approfondita. Su di lui c’è il pressing di alcuni esponenti politici e di diversi consiglieri comunali.
Qui Sturiano si gioca una partita decisiva per il suo futuro: o cresce politicamente adesso, oppure il percorso rischia di esaurirsi. Del resto, abbandonare la giunta per sostenere Fici, che in questi cinque anni ha fatto opposizione all’amministrazione – e quindi anche a Sturiano – sarebbe una mossa difficilmente spiegabile, se non suicida.
Esiste una possibile exit strategy, su cui qualcuno sta ragionando: passo indietro di Grillo, passo avanti di Sturiano, capace di unire sigle, consiglieri ed esponenti politici. Tutto, quindi, torna in discussione. Perché, alla fine, quella è l’unica candidatura che davvero fa paura agli avversari: i voti ci sono e anche la forza aggregativa.