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28/12/2025 13:47:00

Sanità siciliana, via libera della Regione: stabilizzazioni e nuovi concorsi

La Regione Siciliana accelera sul fronte della sanità pubblica. Con un atto di indirizzo inviato alla vigilia di Natale a tutte le Asp e alle aziende ospedaliere dell’Isola, l’assessorato regionale alla Salute ha dato il via libera a una serie di misure per fronteggiare la cronica carenza di personale e superare l’emergenza del precariato negli ospedali siciliani.

Il documento, firmato dal responsabile della Pianificazione strategica Salvatore Iacolino, punta a garantire i livelli essenziali di assistenza attraverso il rinnovo dei contratti a termine, nuove assunzioni e l’avvio di concorsi pubblici, con una strategia che guarda anche agli obiettivi del Pnrr e alla riorganizzazione della sanità territoriale.

Secondo le stime regionali, sono almeno duemila le unità di personale precario che potrebbero essere stabilizzate o contrattualizzate nel corso del prossimo anno: medici, infermieri, operatori sanitari e amministrativi che oggi tengono in piedi i reparti più in sofferenza.

 

Contratti rinnovati e concorsi per dirigenti medici

 

Il primo passo riguarda il rinnovo dei contratti a termine, con la possibilità di proroghe annuali o deroghe specifiche per alcune figure, come i medici cosiddetti “gettonisti” e i camici bianchi reclutati in emergenza negli ultimi anni. La Regione invita le aziende sanitarie a procedere rapidamente, senza interrompere i servizi essenziali.

Parallelamente, si apre la strada ai concorsi pubblici per il reclutamento di dirigenti medici, attraverso bandi ordinari e procedure di mobilità, per colmare le gravi carenze in discipline chiave come pronto soccorso, anestesia e rianimazione, medicina interna e pediatria.

Tra le indicazioni contenute nell’atto di indirizzo, anche un principio netto: evitare il ricorso eccessivo a graduatorie obsolete o a elenchi di idonei non aggiornati, che rischiano di produrre contenziosi e rallentamenti.

 

Terapie intensive, sanità territoriale e Case di comunità

 

L’intervento regionale si inserisce nel più ampio ridisegno della sanità siciliana legato al Pnrr. Le Asp dovranno tenere conto del rafforzamento delle terapie intensive e sub-intensive, ma anche del nuovo modello di assistenza territoriale, con l’avvio delle Case di comunità e il potenziamento dell’assistenza domiciliare.

Negli ultimi tre anni, le aziende sanitarie siciliane hanno inserito in pianta organica circa 11 mila dipendenti, mentre solo negli ultimi scampoli del 2025 si registrano oltre 500 contratti tra proroghe e nuove assunzioni, con un forte impatto soprattutto nelle Asp più in difficoltà, come Caltanissetta.

 

Medici stranieri e numeri delle stabilizzazioni

 

Tra i dati più significativi emerge anche il ricorso ai medici stranieri: nei principali ospedali dell’Isola, come Catania e Palermo, sono già operativi circa 200 professionisti provenienti dall’estero. All’ospedale Civico di Palermo, su 183 infermieri stabilizzati, almeno 170 sono di origine straniera; mentre altri 12 camici bianchi, tra cui un professionista cinese, sono stati immessi in servizio prima di Natale.

Un segnale della difficoltà strutturale del sistema sanitario siciliano nel reperire personale, soprattutto in alcune specialità.

 

Concorsi, progressioni e nuovi profili

 

L’atto regionale prevede inoltre nuovi bandi per 322 funzionari e 832 progressioni verticali. Nel dettaglio, i posti riguardano profili tecnici, ispettori del lavoro, tecnici dei beni culturali, archeologi e oltre 200 unità destinate al potenziamento dei Centri per l’impiego.

Sono previste anche progressioni verticali che potrebbero interessare oltre 500 dipendenti, tra assistenti, funzionari e coadiutori.

 

Un piano necessario, ma non risolutivo

 

La mossa della Regione arriva in un momento critico per la sanità siciliana, alle prese con carenze strutturali, liste d’attesa interminabili e una pressione crescente sui pronto soccorso. Le misure annunciate rappresentano un passo avanti, ma restano legate alla capacità delle Asp di tradurle rapidamente in atti concreti.

Il nodo resta sempre lo stesso: trasformare le emergenze in programmazione ordinaria, evitando che la sanità siciliana continui a vivere di deroghe, proroghe e soluzioni tampone. Una sfida che il 2026 dirà se la Regione è davvero in grado di affrontare.