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30/12/2025 06:00:00

Trapani Shark, scontro totale: FIP apre all’esclusione.  Antonini: "Mi sono rotto il ..."

Lo scontro tra la Trapani Shark e le istituzioni del basket italiano entra nella sua fase più drammatica. Dopo settimane di penalizzazioni, blocchi, ricorsi e comunicati incrociati, la Federazione Italiana Pallacanestro alza ulteriormente il livello dello scontro, parlando apertamente di danni all’immagine dell’intero movimento. Valerio Antonini, dal canto suo, risponde con un nuovo, durissimo video sui social, mostrando poi una nota dell’Agenzia delle Entrate che – a suo dire – certificherebbe la correttezza dei versamenti effettuati. Ma i documenti ufficiali raccontano una storia più complessa.

 

La posizione della FIP: fermezza e mandato “anche legale”

 

Il Consiglio federale della FIP, riunito in via straordinaria, ha diffuso un comunicato che segna un punto di svolta. La Federazione rivendica la correttezza dell’operato fin qui seguito, respinge ogni accusa di accanimento persecutorio e, soprattutto, accusa apertamente la società granata di danneggiare la credibilità del campionato.

Il passaggio più pesante è quello finale: il Consiglio ha conferito al presidente federale “ampio mandato” per adottare ogni iniziativa utile alla tutela dell’immagine del movimento, anche di carattere legale. Un linguaggio che, nel lessico federale, equivale a una messa in mora politica e istituzionale della Trapani Shark. Non solo: la FIP invita la Lega Basket Serie A ad assumere tutte le decisioni endoassociative necessarie per evitare che il massimo campionato venga ulteriormente messo in crisi.

Tradotto: l’ipotesi di un’esclusione non è più un tabù.

 

La replica di Antonini: “Vessazione, persecuzione, pronti al ritiro”

 

Alla presa di posizione della FIP segue l’ennesimo, lungo sfogo pubblico di Valerio Antonini. Il presidente granata parla di “comportamenti vessatori e persecutori”, annuncia una richiesta di risarcimento danni “senza precedenti” e sostiene che le penalizzazioni inflitte siano “indebitate e da revocare integralmente”.

Antonini afferma di aver versato circa 680 mila euro di IVA e di non avere debiti IRPEF e INPS pendenti, sostenendo che le scadenze di gennaio e febbraio 2025 sarebbero state regolarmente onorate. Nel suo racconto, la società sarebbe vittima di una truffa e, paradossalmente, anche di un sistema che la starebbe spingendo deliberatamente verso il collasso sportivo.

Il tono si fa ancora più grave quando il presidente parla apertamente di ritiro dal campionato: “O si rimette tutto a posto immediatamente, o non partecipo più a questo imbroglio. Ritiro la squadra dal campionato con effetto immediato”.

 

Il documento dell’Agenzia delle Entrate: cosa dice 

 

A supporto delle proprie affermazioni, Antonini pubblica una nota dell’Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale di Trapani, Ufficio Controlli. Il documento, però, letto integralmente, non chiude affatto la vicenda.

L’Agenzia ricostruisce nel dettaglio la posizione fiscale della Trapani Shark:

– viene notificato uno schema di atto di recupero per IVA indebitamente compensata, pari a 539.297,88 euro, oltre sanzioni e interessi;
– la società effettua versamenti parziali in ravvedimento operoso, che riducono l’imposta dovuta;
– restano tuttavia somme residue da versare.

Il punto chiave è l’ultimo passaggio: con atto notificato il 20 novembre 2025, l’Agenzia delle Entrate chiede il pagamento del debito residuo, che per la sola IVA ammonta a 215.721,36 euro, oltre sanzioni e interessi di legge.

 

Dunque, al di là delle interpretazioni politiche e comunicative, il documento ufficiale certifica che un debito residuo esiste ancora. Non è una valutazione giornalistica, ma un dato scritto nero su bianco dall’amministrazione finanziaria.

Multe, squalifiche e campo: una squadra nel caos

 

Nel frattempo, sul piano sportivo, la situazione continua a peggiorare. Alla già nota ammenda da 50 mila euro per il deposito irregolare di 11 contratti, si aggiungono nuove sanzioni: 1.333 euro per offese collettive agli arbitri e agli avversari e la squalifica di Alessandro Cappelletti per una giornata.

La squadra appare disorientata, tecnicamente e mentalmente, con un clima di silenzio stampa, proteste della tifoseria e continue polemiche che inevitabilmente si riflettono sul parquet. 

 

Un conflitto che va oltre il basket

 

La vicenda Trapani Shark ha ormai superato i confini dello sport. È diventata uno scontro frontale tra un imprenditore che rivendica buona fede e risarcimenti milionari e un sistema federale che difende rigidamente le regole di accesso e permanenza nel massimo campionato.

Il punto di frattura è evidente: da una parte Antonini chiede la restituzione di punti, sanzioni e reputazione; dall’altra FIP e LBA parlano di tutela dell’ordinamento sportivo e dell’immagine collettiva.

In mezzo, una città, una tifoseria e una squadra che rischiano di pagare il prezzo più alto.

E, al di là dei video e delle accuse incrociate, resta una domanda semplice e brutale: la Trapani Shark è davvero in grado, oggi, di continuare il campionato senza trascinare con sé l’intero sistema?

La risposta, ormai, non è più solo sportiva.



Basket | 2025-12-29 16:10:00
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