Ad agosto si parlava di Serie B. Oggi, invece, si parla di avvocati. È finita così la stagione del Trapani calcio: senza gloria, senza play-off e con una sonora delusione che rimbomba più forte delle urla dei tifosi al triplice fischio. Eppure, secondo il patron Valerio Antonini, il problema non è (solo) della squadra, ma dei campionati "truccati" da penalizzazioni e squadre sparite.
"Conti alla mano, i 10 punti tolti per la squalifica di Taranto e Turris ci sono costati i play off", ha scritto su X l’imprenditore romano, che prometteva fuoco e fiamme in Serie C e invece ha dovuto incassare quattro esoneri e una stagione tutta in salita. Il Trapani chiude fuori dai playoff e Antonini punta il dito: "È chiaro che non dovremmo pagare per gli errori di terzi. Gli altri se ne fottono perché ne hanno beneficiato".
Una rabbia legale, più che sportiva. A suo dire, il club "meriterebbe giustizia", perché – continua – "quello che è successo quest'anno è di una gravità assoluta". E quindi, avanti con i legali: nelle prossime 48 ore si cercheranno gli estremi per "agire contro chi ci ha derubato".
Ma il campo, come sempre, dice altro.
La stagione era cominciata con le fanfare: progetto ambizioso, piazza galvanizzata, una campagna acquisti sontuosa. Ma è bastato l’autunno per capire che la B era una chimera. Quattro allenatori (e relativi staff), una squadra sempre in cerca di un’identità e una tenuta mentale paragonabile a quella di un castello di carte sul lungomare di Trapani in una giornata ventosa.
A novanta minuti dalla fine, c’era ancora la possibilità di entrare nei play-off: sarebbe bastato battere la Casertana. Invece, ennesimo crollo mentale. Trapani impaurito, disorientato, sconfitto. E i tifosi – quelli veri, quelli allo stadio – hanno salutato la squadra con più fischi che applausi.
E non è finita lì.
Anche l’ultima gara è costata cara ad Antonini, ma stavolta per motivi disciplinari. Il giudice sportivo gli ha inflitto un’ammenda di 500 euro: al 75° minuto si è introdotto nel recinto di gioco, con atteggiamento "irrispettoso verso l'arbitro e provocatorio nei confronti della propria squadra", comportamento poi reiterato anche al termine della partita. Insomma, un finale all’altezza di una stagione… surreale.