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14/09/2025 20:20:00

Trapani, si chiude il Festival delle Libertà: tre giorni di dibattito su diritti e ...

Con l’incontro “Credere e pensare altrimenti”, dedicato al tema della laicità, si è conclusa a Trapani la seconda edizione del Festival delle Libertà, ospitato presso la Chiesa Valdese. Tre giornate dense di interventi, confronti e riflessioni che hanno messo al centro il rapporto tra politica, religione, diritti e pratiche di emancipazione.

La laicità e il peso della Chiesa nella storia

Ad aprire l’ultimo appuntamento è stato Natale Salvo, che ha ricordato come la Chiesa, per secoli, abbia detenuto potere spirituale e politico, fino ai Patti Lateranensi del 1929, quando Pio XI riconobbe lo Stato italiano guidato da Mussolini. Per Salvo, «la Chiesa ha continuato ad esercitare anche un enorme potere economico, rilanciato con la nascita dello IOR».

Giorgio Maone, dirigente nazionale dell’UAAR, ha illustrato l’esperienza dello “sbattezzo” come forma di emancipazione: «Sbattezzarsi significa non essere sudditi del vescovo», ha detto, ricordando il motto dell’associazione: “vivi e lascia scegliere”.

Il professor Salvo Vaccaro (Università di Palermo) ha analizzato la funzione storica della Chiesa come strumento di legittimazione del potere politico e ha denunciato la persistenza di sacramenti come strumenti di controllo sociale: «Il “si è sempre fatto così” è un fattore di sottomissione. Se non si cambia rotta, l’umanità è destinata a scomparire».

Claudio Rizzo ha ricordato l’alleanza storica tra borghesia e Chiesa cattolica, mentre Gianluca Fiusco, responsabile della Chiesa Valdese di Trapani e Marsala, ha invitato a «praticare nell’aldiquà il cambiamento che vogliamo nell’aldilà».

Il medico Nino Faillaci ha chiuso la serata con un focus sulla legge 219/2017 sulle DAT (disposizioni anticipate di trattamento), denunciando la scarsa informazione dei cittadini: «Il registro è attivo sia a Erice che a Trapani, ma quanti lo sanno?».

L’apertura con la Carta di Manden

Il Festival si era aperto con la presentazione del libro di Massimo Conti, La Carta di Manden (Nardini Editore), dedicato all’Impero del Mali e ai suoi antichi documenti sui diritti umani. Una testimonianza, risalente al XIII secolo, che poneva già principi di modernità come il coinvolgimento delle donne nei governi, il rispetto dello straniero, l’educazione dei bambini come compito collettivo e persino la tutela degli animali domestici.

Lo storico Alessandro Gianfortone ha messo a confronto la Carta africana con testi coevi come la Magna Charta inglese, sottolineandone la sorprendente attualità. Dal pubblico non sono mancate critiche all’“imperialismo dei diritti umani” praticato dall’Occidente, che spesso impone la propria visione culturale.

Carlo Incammisa (Club per l’Unesco di Trapani) ha ricordato l’importanza della diffusione di una cultura di pace e la necessità di valorizzare identità locali come le saline trapanesi.

Educazione e futuro

Tra gli incontri successivi, il professor Maurizio Muraglia ha guidato un dibattito su “Liberi di imparare”, dedicato al tema dell’educazione e alla necessità di costruire percorsi formativi che promuovano libertà e responsabilità.

Un festival tra critica e costruzione

Con questo ciclo di appuntamenti, il Festival delle Libertà ha messo insieme critica politica, riflessione culturale e testimonianze concrete. Dal rapporto tra religione e potere politico, alla rivendicazione di pratiche laiche, fino alla riscoperta di antiche carte dei diritti, il filo conduttore è stata la ricerca di spazi di emancipazione.

Un’edizione che ha lasciato il segno e che i promotori intendono trasformare in appuntamento stabile nel calendario culturale trapanese.