di Caltagirone», di cui è stato eletto dal Papa quindicesimo presule, dove avverrà la sua consacrazione episcopale. La data stabilita è il 20 marzo.
Nella lettera, che è un misto di umanità e di teologia, di saggezza e di bontà, inviata il 30 gennaio, appena comunicata la notizia, Fra Calogero Peri (così umilmente si firma) esprime il desiderio di rivolgersi a ognuno e a tutti perché «mi siete diventati preziosi, familiari, e più ancora amici» ma esprime anche umanamente le sue emozioni «per quello che sta sconvolgendo la mia vita».
Si rivolge in questa prima lettera “pastorale” a tutti, in particolare «a quelli che noi indichiamo come lontani, che non sono praticanti e non frequentano le nostre chiese. A coloro che pensano, a volte anche per colpa nostra, di potere fare a meno di Dio nella loro vita (…) Se un pensiero particolare, un'inquietudine, dobbiamo coltivare dentro di noi è proprio per loro, per i poveri, i sofferenti, gli emarginati, gli immigrati, gli indifferenti, i carcerati nel corpo e nello spirito, Per coloro che non hanno voce e spesso neppure volto. Che non hanno nessuno su cui contare, e che dovrebbero comunque avere sempre accanto a loro un credente in Cristo, quale buon samaritano di turno».
Il nuovo vescovo parla a cuore aperto, con la semplicità francescana di chi sa di essersi consacrato a Cristo e ai fratelli: «È lui che oggi mi porta a voi, perché io vi porti a Lui. Perché né io ho scelto voi, né voi avete scelto me, ma Egli vi ha scelti per me e mi ha scelto per voi». E nella semplicità e umiltà, continua il presule, «vi chiedo la carità di un piccolo anticipo dì fiducia e di affetto. Lo so che tocca a me darvi per primo la stima, l'amore, l'amicizia, ma come già vi ho detto, l'avete pienamente e tutti senza condizioni».
Egli traccia, poi, le linee portanti del suo ministero: «La carità di Dio, (…) posta al di sopra di tutto, per me e per voi, sia il segno distintivo della nostra Chiesa (…) Per fare quello che fa Dio, facciamo a gara nell'amarci e stimarci a vicenda, nell'amare e stimare tutti, è l'unica condizione per essere suoi discepoli e per risultare credibili».
Consapevole del peso del suo servizio «rispetto al quale non solo mi sento indegno, ma pure impreparato, per voi e con voi mi voglio aggrappare a Cristo». Per questo «lascio che le parole cedano il posto alla preghiera, alla quale vi chiedo di associarvi con me e per me:
Conducimi tu Pastore grande ed eterno della tua Chiesa. Conducimi al popolo che mi affidi. Sorreggi la mia debolezza. Dammi la tua Parola. Custodiscimi nel tuo amore. Portami tu. Mettimi sulle tue spalle e guida i miei passi, ora che mi invii ad amare e servire, guidare e custodire la Chiesa di Caltagirone.
A te Signore, Pastore buono e forte, la mia e la nostra lode. A te Signore, Vescovo della Chiesa tua sposa, ogni gloria, lode, onore e benedizione, nel tempo e nell'eternità».