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12/03/2013 05:30:07

Mafia: nuova udienza per Giammarinaro. Domani tocca a Patti. "Campus Belli", sentiti due testi

Sarà di scena Oliviero Toscani, che è stato assessore della Giunta Sgarbi a Salemi e che è uno dei principali accusatori di Giammarinaro circa le interferenze nell'attività della Giunta.  «Ha solo fatto gli interessi della città» è stata la difesa di Giammarinaro, che è stato ascoltato nell'ultima udienza.  Giammarinaro, assistito dagli avvocati Ferruccio Marino e Paolo Paladino, ha chiesto  di parlare ed ha tentato di chiarire la sua posizione. La richiesta di sequestro scaturisce da una serie d'indagini che hanno alzato il velo su alcune presunte interferenze da parte dell'ex parlamentare sull'attività amministrativa a Salemi e su società operanti nel settore sanitario.

Ha confermato di essere stato l'artefice della candidatura di Vittorio Sgarbi a sindaco di Salemi e di averlo sostenuto durante la campagna elettorale. Ha spiegato di averlo fatto per il bene della comunità. Pensava che il critico d'arte avrebbe rilanciato il nome e l'immagine di Salemi in ambito nazionale ed internazionale. Tutto si sarebbe svolto alla luce del sole.

Secondo gli investigatori, a Salemi non si muoveva foglia senza l'assenso dell'ex deputato. Tutti gli atti amministrativi, prima di essere approvati, sarebbero passati al vaglio di Pino Giammarinaro. L'ex deputato ha negato di avere presenziato alle riunioni della Giunta. 

PATTI. Domani, sempre davanti lo stesso Tribunale, a tentare di difendersi dalla richiesta di sequestro dei beni sarà Carmelo Patti.La contabilità delle aziende, l’andamento annuale dei saldi dei crediti e dei debiti, tutte le operazioni svolte dall’ex patron di Valtur saranno passati ai raggi X nell'ambito della perizia contabile disposta dal Tribunale. 
L’incarico è stato affidato a tre periti, per verificare infatti quale sia l’effettivo valore delle aziende, acquisite o cedute dall’ex patron Carmelo Patti. Dovranno essere accertati anche i più significativi appalti svolti, per la realizzazione dei complessi immobiliari, individuando le imprese esecutrici ed i relativi rapporti finanziari.
Il collegio peritale dovrà inoltre accertare i flussi finanziarinella disponibilità dell’imprenditore castelvetranese e del suo nucleo familiare e di quelli in uscita. Sarà passata al setaccio l’intera attività svolta dall’ex patron di Valtur e la sua ascesa nel mondo degli affari.

CAMPUS BELLI.  Due testi della difesa sono stati ascoltati,dal gup di Palermo, nel processo con rito abbreviato a due persone coinvolte, nel 2011, nell'operazione «Campus Belli», Filippo Greco, imprenditore di Campobello, trasferitosi a Gallarate ritenuto uno dei finanziatori dell'organizzazione mafiosa, e Calogero Randazzo, condannato per 416 bis. Citata dall'avv. Biagio Di Maria, è stata ascoltata Vincenza Licata, amministratore della sala ricevimenti «L'Ancora», che ha dichiarato di non avere mai assunto Randazzo, né di essere stata contattata a tal fine.

Nulla di fatto invece nel processo principale, che si tiene con rito ordinario a Marsala. Nessuno dei cinque testi citati dall'accusa (ufficiali e sottufficiali dei carabinieri) si è presentato,  per deporre nel processo scaturito dall'operazione antimafia «Campus Belli». Tra gli imputati, anche l'ex sindaco Ciro Caravà.
Varie le motivazioni addotte a giustificazione delle assenze: riposo prescritto dal medico (cap. Giglio), impegni di servizio (mar. Nacci) e altro (magg. Di Ganci, luog. Cito e mar. Tofanicchio). Contrariato il presidente Gioacchino Natoli, che ha rivolto «viva raccomandazione» ai comandi dei carabinieri di Trapani e Caltanissetta a «non intralciare lo spedito svolgimento del processo». Disposta, per il capitano Giglio, l'acquisizione di copia della documentazione medica.

HIRAM. Ha preso il via il processo d'appello Hiram. Dopo le assoluzioni di primo grado tornano in aula gli imputati che avrebbero fatto parte, secondo l'accusa, di un sistema criminale che, all'ombra di mafia e massoneria, serviva per “aggiustare” alcuni processi in Corte di Cassazione.

Una ricostruzione che non aveva retto al vaglio del Tribunale. Gli imputati sono gli imprenditori Michele Accomando, Nicolò Sorrentino e Calogero Licata, il ginecologo Renato De Gregorio, l'impiegato della Suprema Corte, Guido Peparaio. I reati ipotizzati sono concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, peculato, accesso abusivo ai sistemi informatici giudiziari e rivelazione di segreti d’ufficio,

Il processo Hiram prese le mosse da un’inchiesta che, nel giugno del 2008, portò all’arresto di otto persone che avrebbero fatto ritardare la celebrazione di processi per ottenere la prescrizione dei reati o allungato i termini di trattazione dei ricorsi, tanto da far scattare la scadenza della custodia cautelare. A giovarne secondo l’accusa alcuni personaggi ritenuti a vario titolo vicini a Cosa nostra, come il capo mandamento di Mazara del Vallo Mariano Agate ed esponenti delle cosche di Agrigento e Trapani. Un ruolo centrale nella vicenda avrebbe avuto l'avvocato Rodolfo Grancini, già condannato in abbreviato a sei anni e sei mesi, considerato vicino ad ambienti massonici e presidente di uno dei Circoli del Buon Governo di Marcello Dell'Utri.

MARTINES. La Cassazione ha posto il suo definitivo sigillo sulla condanna a nove anni di carcere, per associazione mafiosa ed estorsione, inflitta, nel novembre 2011, dalla Corte d'appello di Palermo al 42enne imprenditore marsalese Michele Martines. Nel 2007, l'imprenditore era rimasto coinvolto (assieme a Francesco Virga, figlio del boss Vincenzo) nell'operazione «mafia e appalti». Un'indagine condotta dalla squadra mobile di Trapani e coordinata dalla Dda di Palermo. Anche per la Suprema Corte, dunque, Martines non è stato una «vittima» della mafia, ma imprenditore a disposizione di Cosa Nostra per l'incasso delle somme da estorcere ad altri imprenditori. Partecipando anche al tavolo per la spartizione degli appalti. Contro Martines anche testimonianza di un imprenditore (Vincenzo Scuderi) a lui, per altro, imparentato. Per due volte, Martines è stato processato davanti alla Corte d'appello di Palermo e in entrambi i casi è stato condannato. La prima volta a 9 anni e 4 mesi. Con lui fu condannato anche Virga junior. Il nuovo giudizio di secondo grado, solo per Martines, fu disposto dalla Cassazione nell'aprile 2011 a seguito del ricorso presentato dalla difesa. Ad assistere l'imprenditore marsalese è stato l'avvocato Paolo Paladino. Tra le parti civili costituitesi nel processo anche Confindustria Trapani, rappresentata dall'avvocato Giuseppe Novara.
 



Antimafia | 2024-06-04 13:26:00
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