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13/06/2013 04:57:59

La guerra del Sindaco Adamo contro la stampa libera a Marsala. Il caso sul Corriere. Saviano: "Non nel mio nome"

E' la prima volta che una Sindaco chiede i danni ad un giornalista nella qualità di primo cittadino, ed è la prima volta che ciò accade non per un articolo, ma per tutta l'attività. E' per questo che lo stesso Di Girolamo, parlando di un gesto di "bullismo istituzionale" ha invitato i cittadini marsalesi a dire "Sindaco, non nel mio nome". Una campagna virale che in rete ha contato centinaia di adesioni, con molti commenti che da una settimana, ormai, intasano la bacheca Facebook del Comune di Marsala. Tra coloro che stanno seguendo la vicenda anche Roberto Saviano. Il popolare giornalista, che per ora gira l'Italia per presentare la sua ultima inchiesta "Zero zero zero", è stato raggiunto a Sassari, in Sardegna, da alcuni marsalesi che vivono lì, e che lo hanno informato dell'accaduto. E' per questo che Saviano hai  accettato di farsi fotografare accanto ad un foglio con stampato "Non nel mio nome", come se anche lu fosse, per un momento, cittadino marsalese. 

Ieri intanto si è occupato della vicenda, in un graffiante editoriale, Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera:

Evviva il giornalismo d’inchiesta! (Purché cacci il naso altrove). Potrebbe essere questo il motto del Comune di Marsala. Nei giorni in cui spendeva 113.500 euro per il «3?Festival del Giornalismo d’inchiesta», il sindaco della cittadina Giulia Adamo (pardon, «on.le Giulia Adamo»: ci tiene moltissimo al salamelecco con cui firma i documenti ufficiali) dava il via a un avvocato perché chiedesse 50 mila euro di risarcimento a Giacomo di Girolamo, direttore del giornale on-line Marsala.it. Ma non per un articolo contenente qualcosa di falso. Nulla di specifico. Perché «fin dall’insediamento del sindaco il il quotidiano web «ha adottato una linea editoriale di critica e avversione che in parecchi casi è andata ben oltre il limite della legittima corretta informazione violando il requisito della "continenza espressiva"». Una tesi già sostenuta in una delibera di giunta che si lagnava (fate attenzione all’uso delle virgolette) di «un’attività di continua pubblicazione di "giudizi", "critiche", "disapprovazione" che accompagnano le "notizie" sull’amministrazione comunale». Ma dai! Secondo l’avvocato del Comune, «è sufficiente scorrere alcuni di questi articoli per rendere conto della efficacia lesiva dell’immagine del sindaco e quindi dello stesso Comune, data la loro indubbia efficacia, attraverso accostamenti di notizie personaggi, titoli intrisi di espressioni allusive, di una forma espositiva palesemente non neutrale, bensì faziosa e tendenziosa…». E via così, di lagna in lagna sui giudizi e le critiche. «Bullismo istituzionale», ha risposto Giacomo di Girolamo che da anni conduce battaglie quotidiane contro la mafia, la criminalità organizzata, la cattiva politica.Che alcuni servizi abbiano dato fastidio alla signora è probabile. Ad esempio quello in cui si chiedeva perché «i mezzi della raccolta differenziata a Marsala, della Aimeri Ambiente, facessero rifornimento proprio nelle stazioni di servizio di proprietà del Sindaco Adamo e della sua famiglia». O quello che dava notizia di un’indagine della Finanza sui modi in cui erano stati spesi 1.690 euro di finanziamento pubblico quando la donna era capogruppo al consiglio regionale dell’allora Pdl Sicilia. La spiegazione fu indimenticabile: «La somma fu impiegata per l’acquisto di un vassoio d’argento, presso la gioielleria Fecarotta di Catania, a nome del gruppo, come regalo per il matrimonio del figlio dell’on. Nino Strano che, a quel tempo, rivestiva la carica di Assessore Regionale al Turismo, Comunicazioni e Trasporti». Se la signora trova normale usare soldi pubblici per fare un regalo di matrimonio al figlio di un assessore perché mai dovrebbe querelare un giornalista pagando da sé l’avvocato? E così comodo farlo pagare ai cittadini…

Della vicenda si è anche occupato Il Sole 24 Ore in un articolo a firma di Nino Amadore: 

 Da un lato l’organizzazione del festival del giornalismo d’inchiesta, dall’altro la citazione in giudizio di Giacomo Di Girolamo, direttore del quotidiano online marsala.it, per la sua attività di critica nei confronti dell’amministrazione comunale. Richiesta in denaro al giornalista: 50mila euro. Tanto quanto basta a far chiudere il giornale. L’avvocato, ovviamente, è pagato dal comune e dunque dai contribuenti.
Protagonista di questa vicenda, che fa venire in mente la migliore performance da dottor Jekyll e mister Hyde, il sindaco di Marsala Giulia Adamo che a quanto pare mal sopporta la marcatura stretta da parte dei cronisti del quotidiano che da tempo (anche prima che lei diventasse sindaco) portano avanti un modello di giornalismo libero da condizionamenti e fondato quotidianamente sulle inchieste. Di Girolamo  è autore di tre libri, di cui un paio dedicati al malaffare e alla mafia dei colletti bianchi che si incrocia con il destino del più ricercato e pericoloso dei capimafia in circolazione, quel Matteo Messina Denaro che proprio nell’area del trapanese, a ridosso del suo paese natale che è Castelvetrano e dunque poco distante da Marsala, continua ad avere appoggi e protezioni rilevanti. Sempre Di Girolamo, dai microfoni di Radio Marsala Centrale, ogni giorno lancia un appello a Messina Denaro: «Matteo, dove sei?» E se anche Matteo non si è ancora fatto vivo, si sono appalesati funzionari pubblici, imprenditori in soggiorno obbligato per fatti di mafia, sindacalisti, politici: tutti esponenti in vario modo di quella zona grigia che alimenta gli affari di grandi e piccole mafie locali e ovviamente si autoalimenta.
Gli episodi di minacce e intimidazioni non si contano: nel mirino c’è Giacomo, ma anche i suoi collaboratori. Sorprende e non poco, dunque, che una donna nota per la sua caparbietà, libertà e indipendenza come il sindaco Adamo, già deputato regionale oltre che presidente della provincia di Trapani in quota centrodestra, e oggi nell’Udc e sindaco con l’appoggio del centrosinistra, si sia schierata portandosi dietro l’istituzione che rappresenta contro il giornale diretto da Giacomo Di Girolamo. Ecco come ha giustificato con un suo sostenitore l’azione giudiziaria contro Di Girolamo: «La nostra città sta facendo un grande sforzo per uscire dalla marginalità culturale ed economica in cui ha vissuto in questi anni. Lavoriamo per far riscoprire la vera identità di Marsala, dei marsalesi, operosi e con un alto senso dell’accoglienza e della tolleranza – sostiene Giulia Adamo -. Pertanto, abbiamo ritenuto opportuno portare all’attenzione della Magistratura questo modo di operare  senza che ciò debba suscitare crociate da parte di chicchessia. Crociate che non si registrano quando sono i politici ad essere sottoposti al vaglio dei giudici»
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