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20/09/2013 08:40:00

Nicastri, nuova confisca: tre milioni di euro

 Nuova confisca di beni per Vito Nicastri, l'elettricista di Alcamo diventato il miliardario re dell'eolico grazie, dicono gli inquirenti, a pesanti mazzette e al contributo fattivo di Cosa nostra. 

E' proprio per questo che Nicastri è stato oggetto della più alta confisca di beni mai realizzata in Italia per fatti di mafia: un miliardo e trecento milioni  di euro. Ora, da quel procedimento, come un colpo di coda, parte un'altra confisca, questa volta per "soli" tre milioni di euro. Ecco il comunicato della Dia: 

La Direzione Investigativa Antimafia, a conclusione dell’udienza camerale del Tribunale di Trapani-Sezione Misure di Prevenzione, ha confiscato ulteriori beni, rientranti nella disponibilità patrimoniale di Vito Nicastri, 57enne, imprenditore alcamese nel settore della produzione alternativa dell’energia elettrica, segnatamente fotovoltaico ed eolico. L’odierna misura di prevenzione patrimoniale scaturisce da un’ulteriore attività istruttoria avviata dal Tribunale trapanese sulla proposta di applicazione di misure di prevenzione patrimoniale e personale avanzata dal Direttore della D.I.A., che ha già consentito di confiscare a Nicastri un patrimonio del valore di oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro. Il Tribunale di Trapani ha, infatti, ritenuto sussistenti le argomentazioni già espresse in quel decreto di confisca, circa la connotazione, quale provento dell’attività illecita di Nicastri, anche dei beni oggi sottoposti a confisca, stimati in oltre 3 milioni e 500 mila euro. L’attività imprenditoriale del Nicastrii, specializzato nello “sviluppo” di impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili, è consistita nella realizzazione e nella successiva vendita, chiavi in mano, di parchi eolici/fotovoltaici, con ricavi milionari. Le indagini, sviluppate anche attraverso una approfondita ricognizione dei procedimenti penali e dei numerosi eventi ritenuti rilevanti che hanno interessato Nicastri, hanno confermano collegamenti di quest’ultimo con noti esponenti mafiosi, riconducibili alla consorteria della “cosa nostra” trapanese e “vicini” al noto latitante Matteo Messina Denaro. Il provvedimento di confisca, disposto dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Trapani, ha interessato numerosi, ulteriori conti correnti bancari e rapporti finanziari, attestati in istituti di credito ubicati in varie località della Sicilia e della Lombardia, riconducibili al Nicastri, perché ritenuti proventi di attività illecita.

Nicastri, soprannominato “il signore del vento”, nel giro di poco tempo è diventato uno dei maggiori sviluppatori di parchi eolici fino al 2010, quando la Direzione Investigativa Antimafia di Palermo, in seguito alle indagini che avrebbero confermato “le relazioni con numerosi e qualificati esponenti mafiosi e con elementi legati a Cosa nostra”, ha apposto i sigilli a beni per 1,5 miliardi di euro: il "più grande sequestro mai fatto", secondo l’allora Ministro dell'Interno Roberto Maroni. In particolare all’imprenditore alcamese, sono state sequestrate 43 società, più di 100 tra terreni, palazzine, magazzini in provincia di Trapani, diverse automobili, 60 conti correnti, depositi, polizze assicurative.