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24/02/2014 07:51:00

E' morta l'artista Carla Accardi, pioniera dell'astrattismo nata a Trapani

13,30 - Ecco la nota ufficiale, finalmente, del Comune di Trapani (i cui locali, magari il Sindaco Damiano non lo sa, ospitano proprio due opere di Accardi): 

Rammarico del sindaco Vito Damiano a nome dell'intera città per la scomparsa di Carla Accardi, l'illustre concittadina pioniera dell'astrattismo italiano. “Sarà commemorata ufficialmente sia dalla giunta che dal consiglio comunale-ha sottolineato il sindaco- e faremo in modo, per ricordarla, di attivare delle iniziative con le varie associazioni culturali del capoluogo”.
Carla Accardi era nata a Trapani nel 1924 e, dopo il liceo classico e l'Accademia delle Belle Arti, nel 1946 si trasferì a Roma. Molte delle sue opere sono presenti nei più prestigiosi musei europei e il critico Achille Bonito Oliva la annovera “fra i più grandi artisti del xx secolo”. 

07,00 - E' morta l'artista italiana Carla Accardi. Era nata a Trapani il 9 ottobre 1924. Con la sua pittura ha contribuito dal 1947 all'affermazione dell'astrattismo in Italia.

Amara constatazione, il sito del Comune di Trapani, così puntuale nell'informare i cittadini sui risultati delle partite di calcio, ancora oggi non ha pubblicato alcun messaggio di cordoglio per una delle trapanesi più famose e apprezzate nel mondo. Artista tra le più originali dell'arte del secondo dopoguerra italiano. Cugina della scrittrice Evi Zamperini Pucci. Dopo il diploma al Liceo Ximenes di Trapani, si trasferisce a Palermo per gli studi all'Accademia di Belle Arti, conclusi nel 1947. Dal 1946 è a Roma dove frequenta l'Osteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni '40 e '70, e con Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Concetto Maugeri, Perilli, Sanfilippo, sposato nel 1949, e Turcato, fonda il Gruppo Forma 1 di ispirazione marxista.
Fino al 1949 espone alle mostre del gruppo, nel 1950 tiene la sua prima mostra personale alla Libreria Age d'Or di Roma. L'anno successivo è alla Libreria Salto di Milano, luogo di ritrovo degli artisti del MAC. A Parigi conosce Magnelli Nel 1954, affronta problematiche di riduzione cromatica e segnica documentate dalla personale del 1955 alla Galleria San Marco di Roma. Nello stesso anno partecipa invitata da Michel Tapié alla rassegna internazionale Individualità d'oggi (Galleria Spazio, Roma; Galerie Rive Droite, Parigi).
La ricerca di Carla Accardi procede nella direzione dell'automatismo segnico fino all'inizio degli anni Sessanta. Nel 1965 abbandona le tempere a favore di vernici colorate e fluorescenti che applica su supporti plastici trasparenti, uscendo dalla dimensione del quadro e coinvolgendo lo spazio, con un atteggiamento che sarà importante per gli artisti dell'Arte povera. Negli anni Settanta torna agli schemi geometrici reiterati su grandi tele chiamate Lenzuoli che saranno presentati alla Galleria Editalia di Roma nel 1974. Le esperienze degli anni Settanta continueranno ad essere approfondite in una serie di installazioni fino al recupero di una dimensione più tradizionale negli anni Ottanta.
Tra le pioniere del femminismo in Italia, fa parte con Carla Lonzi del gruppo "Rivolta Femminile". Nel 1996 è nominata membro dell'Accademia di Brera e nel 1997, fa parte della Commissione per la Biennale di Venezia nel ruolo di consigliere.
È presente alla Biennale di Venezia nel 1964 e nel 1988 con una sala personale, e nel 1995 partecipa alla mostra The Italian Metamorphosis al Guggenheim Museum di New York. Nel 1998 la sua città natale le ha dedicato una mostra antologica, "Carla Accardi: Opere 1947 - 1997", a cura di Claudio Cerritelli e promossa dall'Associazione Officina. Ha collaborato, inoltre, con la nipote Vita Accardi, attrice e regista di teatro, per una performance, recentemente allestita al Museo Carlo Bilotti.
La sistematica ricerca ed esaltazione del segno-colore connota da oltre mezzo secolo la personalità artistica di Carla Accardi, fra i massimi esponenti dell'astrattismo italiano. Dal 1946 a Roma, la giovane siciliana si impose presto all'attenzione dei maggiori critici come uno dei protagonisti del gruppo "Forma" (1947), con Sanfilippo (suo marito), Dorazio, Perilli, Consagra, Turcato. Negli anni Cinquanta, nel clima di cultura informale, propose serie libere di segni bianchi su fondi neri.
Negli anni Sessanta, segnati anche dalla militanza femminista e dal sodalizio con la giovane studiosa Carla Lonzi, la conquista del colore luminescente: nel 1964, una sua personale alla Biennale di Venezia la impone all'attenzione internazionale. Un lavoro in progress la porta a superare la superficie piana della pittura: inventa forme spaziali fatte di fogli di silicofoil sui quali si svolgono trasparenti i tracciati del colore. Un rapporto fra opera e spazio che sfocia negli anni Settanta nelle "Tende", vere e proprie strutture abitabili e percorribili. Altri materiali vengono sperimentati negli anni Ottanta: tele grezze da cui trapelano stesure cromatiche di varia intensità. Altre importanti mostre nel mondo consacrano l'energia intrisa di luce mediterranea del suo lavoro.