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23/04/2014 21:25:00

Trattativa Stato-mafia. Amato in aula: "Mai saputo niente"

"Non ho mai saputo dell'esistenza di una trattativa per fermare le stragi tra pezzi delle istituzioni e Cosa nostra. Nessuno me ne parlò mai".
E' quanto ha dichiarato Giuliano Amato, presidente del Consiglio dopo le stragi mafiose del '92, testimoniando al processo per l'attentato costato la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta, in corso davanti alla corte d'assise di Caltanissetta.
Al processo "Borsellino quater" sono imputati di strage i boss Salvino Madonia e Vittorio Tutino e di calunnia i falsi pentiti Vincenzo Scarantino, Calogero Pulci e Francesco Andriotta.
"Non so nulla della trattativa - ha aggiunto Amato - Non so se non me ne parlarono perché sapevano che mi sarei opposto o semplicemente perché non ci fu alcuna trattativa".
Amato ha risposto anche sul cambio di guardia al Viminale tra Vincenzo Scotti e Nicola Mancino. Avvicendamento che per gli inquirenti sarebbe stata una "concessione" fatta dallo Stato nell'ambito della trattativa, vista l'attività repressiva contro la mafia di Scotti. Amato ha ribadito quanto aveva già dichiarato durante gli interrogatori con i pm di Caltanissetta. Ossia che si trattò di una questione puramente politica, interna alla Democrazia Cristiana: "mi diedero indicazione del nominativo di Mancino". L'ex presidente del consiglio ha anche riferito di aver parlato con Fernanda Contri, ex segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di un suo incontro con l'allora colonnello del Ros Mario Mori. La prossima udienza del processo è stata fissata al 29 aprile, a testimoniare ci sarà l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino.